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Abruzzo, la vittoria dell’astensione e lo spazio per una forza solidale

elezioni europee,Abruzzo

Si sono concluse le elezioni regionali in Abruzzo. I risultati mettono in rilievo un capovolgimento di maggioranza: il centrosinistra cede il primato e la presidenza al centrodestra, con una Lega Nord che si attesta sul 27%, FI 10% circa, FDI, 6,5%, altri di centro Udc, Idea, Dc al 5,6 % circa. Il M5S subisce un forte arretramento fermandosi al 20%, mentre l’alleanza di centrosinistra raggiunge il 31% circa. Il dato che continua a destare meraviglia è l’alta astensione, visto che a votare è andato solo il 53%, poco al di sopra della metà del corpo elettorale.

La bassa affluenza alle urne spiega anche i risultati, per certi aspetti appena sorprendenti. Sarebbe il caso di approfondire perché la quasi metà dell’elettorato non si è recata al voto. Disaffezione, disinteresse, sfiducia nei confronti di club politici poco attenti alle vere domande di governo dei cittadini, mancanza di buona politica? Il movimento tellurico comunque c’è stato, ma non ha prodotto crolli irreparabili, semplicemente ha confermato ciò che già si conosceva prima della apertura delle urne: affermazione del centrodestra con la conquista della presidenza della regione, miglioramento delle liste di sinistra, pur perdendo la presidenza, sconfitta del M5S, ma non con questi numeri. Infatti, si pensava che le cose non andassero bene per i pentastellati, ma non che perdessero la metà dei consensi ottenuti il 4 marzo dello scorso anno.

C’è chi sta a sottilizzare e a spaccare il capello in quattro, sostenendo che bisogna raffrontare il dato con le regionali passate, sì d’accordo, ma un risultato così netto significa sconfitta senza giustificazioni, visto che il M5S è la prima forza di governo e sta guidando l’Italia, non da ieri ma da mesi. I suoi provvedimenti governativi evidentemente sono stati bocciati da una buona fetta del proprio elettorato in terra abruzzese. Sarebbe il caso che il M5S facesse un’accurata analisi del voto per capire cosa non ha funzionato, caso mai evitando di ripetere gli stessi errori di Renzi dopo le varie sconfitte.

Le conseguenze di queste elezioni quali potranno essere a livello nazionale? Negative per il governo M5S-Lega visto l’indebolimento dei pentastellati e l’avanzamento della Lega; un rafforzamento di certo del centrodestra, che tutto sommato può, se non sbaglia spartito, essere alternativa di governo, non a breve ma nel medio termine. C’è comunque da dire che nonostante tutto e la vittoria del cdx, l’equilibrio politico, come è dato constatare, resta tuttora precario, con una sinistra raccogliticcia, un centrodestra improvvisato, un movimento di protesta che sta per essere riassorbito o nell’astensione o in partiti moderati di governo.

È urgente, visti gli spazi a disposizione, impegnarsi per far venire fuori una forza politica figlia di una cultura consolidata, che ha consentito all’Italia di vivere come valore l’unità nazionale, decenni di pace, di crescita, di sviluppo, di benessere nella libertà.


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