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La Convenzione e l’Imu secondo Berlusconi

L’atteggiamento della sinistra nella costituzione della Convenzione per le riforme? Secondo Silvio Berlusconi si tratta di “odio”, anche se bisogna chiudere questa “guerra civile fredda per iniziare la riappacificazione”. Un percorso di governo per che dipende dall’abrogazione dell’Imu da parte del governo Letta.

L’abolizione dell’Imu in cambio del sostegno al governo

Le tasse sulla casa secondo Berlusconi rappresentano una “negatività” che danneggia l’economia. Di qui la richiesta di sospendere il pagamento dell’Imu a giugno e di procedere a una restituzione di quella pagata lo scorso anno per la prima casa. “E’ cosa buona e giusta quella di non far pagare l’Imu a giugno, è cosa ingiusta quella di aver introdotto un’imposta sulla casa come l’Imu. E’ un’imposta che tocca il bene più sacro, il pilastro su cui ogni famiglia ha il diritto di costruire la sicurezza propria e dei figli. Andare a toccare la casa induce paura, timore nella psicologia delle famiglie; ciò comporta una negatività diffusa, per cui le famiglie cominciano ad avere incertezze, a consumare meno e a non investire più”. La fiducia del Pdl al governo Letta è legata all’abrogazione dell’Imu.

L’odio della sinistra

‘E’ molto difficile per la sinistra italiana venir fuori dallo stato precedente, di odio nei nostri confronti”, ha sottolineato Berlusconi parlando dei veti sulla presidenza della convenzione per le riforme. ”Ho la speranza che stando al governo insieme possiamo chiudere questa guerra civile fredda per iniziare la riappacificazione”.

I dubbi di Quagliarello

Ma intanto è proprio la costituzione della Convenzione ad essere in dubbio. “Mi sto occupando di verificare se lo strumento preferibile, la Convenzione, rientra nella cornice costituzionale; se offende le prerogative del Parlamento; se concretamente può funzionare e come'”. Per il ministro delle Riforme Gaetano Quagliariello, intervistato da Stampa e Repubblica, la Convenzione è infatti ”un buono strumento per fare le riforme istituzionali”, ma ”non è detto che ci sara”’.



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