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Albania, perché l’opposizione ha assaltato la sede del governo

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Momenti di altissima tensione si sono registrati oggi a Tirana, capitale dell’Albania, dove la maggiore forza di opposizione del Paese guidata da Lulzim Basha ha convocato una protesta di piazza per chiedere le dimissioni del premier Edi Rama e nuove elezioni. Il capo del governo è accusato dai manifestanti di corruzione e di guidare il Paese non prestando attenzione alle regole del diritto. Inoltre a muovere le proteste sarebbero anche le sue politiche economiche che costringerebbero le persone, soprattutto i giovani, a lasciare l’Albania per sfuggire alla povertà.

Una folla “oceanica” si è radunata in strada e gli scontri non si sono fatti attendere. Mentre i toni si accendevano, infatti, decine di manifestanti hanno tentato di assaltare la sede del governo lanciando bombe molotov contro i cancelli e provocando diversi feriti, riuscendo, secondo quando riferito dalle fonti presenti sul posto, ad arrivare fino quasi all’ufficio del premier.

“La rivolta popolare non potrà essere fermata, fino a quando non avremmo scardinato questo marcio sistema. Il popolo darà a (premier) Rama un’altra riposta, prendendo nelle sue mani la sorte del Paese”, ha sottolineato Basha che, dopo la fine degli scontri di oggi ha dato appuntamento alla folla a giovedì prossimo per riprendere le proteste. Basha ha inoltre accusato la polizia di aver volontariamente provocato i disordini nei quali sono rimaste ferite diverse persone.

Immediatamente sono arrivate le prese di posizione decise della delegazione dell’Unione europea a Tirana, delle ambasciate dei paesi membri, della rappresentanza diplomatica Usa e quella dell’Osce, che hanno condannato gli atti violenti verificatisi durante la protesta esortando le parti a “fare tutto il possibile per evitare ulteriori violenze e interruzioni”.

Si legge nel comunicato congiunto dell’Ue: “Il diritto dei cittadini di esprimersi attraverso la protesta pacifica è un valore fondamentale di una moderna democrazia europea. Tuttavia, danneggiare la proprietà pubblica e ricorrere alla violenza non sono accettabili”.

Anche l’ambasciata statunitense, d’altra parte, usa parole simili e “condanna con forza la violenza e le distruzioni avvenute durante la protesta di oggi. Noi sosteniamo il diritto dei cittadini a protestare pacificamente ma la violenza e la distruzione della proprietà pubblica non sono accettabili. Tutte le parti devono dimostrare autocontrollo e riporre la calma”.

Lo stesso appello è stato rivolto anche dalla rappresentanza dell’Osce. “L’escalation della violenza va contro i principi di una protesta democratica e pacifica. I promotori e gli autori della violenza sono i diretti responsabili degli incidenti di oggi”.


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