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I 5 Stelle escono dall’angolo sul caso Diciotti

salvini

Il quesito della consultazione online del Movimento 5 Stelle sulla richiesta di autorizzazione a procedere contro Salvini, per la vicenda Diciotti, chiede al web di effettuare la stessa valutazione che compete ai componenti della Giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato. Il coinvolgimento dei fruitori della piattaforma Rousseau nel processo decisionale dell’organo parlamentare evidenzia criticità: le persone che parteciperanno alla consultazione esprimeranno un voto senza adeguata documentazione e valutazione giuridica, fondandosi essenzialmente sulle loro impressioni e considerazioni politiche verso Salvini o la politica migratoria del governo; in sostanza, produrranno un giudizio popolare intrinsecamente incongruo rispetto alla natura e all’oggetto della valutazione richiesta alla Giunta.

Inoltre, se i senatori 5 stelle saranno chiamati a rispettare l’esito della consultazione on line, si integrerà una palese violazione del divieto di mandato imperativo per i parlamentari; del principio di libero convincimento dei titolari di funzioni costituzionali; dell’autonomia decisionale delle Camere su materie di rilievo costituzionale; delle regole di corretto esercizio di funzioni pubbliche, con illegittima prevalenza di una valutazione sostanzialmente politica espressa dal web, rispetto al giudizio istituzionale e tecnico-giuridico di competenza dei senatori.

Tale coacervo di illegittimità e incongruità può essere frutto della scarsa sensibilità istituzionale dei 5 Stelle e della necessità di superare le divisioni interne, acquisendo una copertura politica su una vicenda potenzialmente lacerante per il Movimento. Ma è anche possibile e, per certi versi plausibile, che i grillini abbiano deciso di organizzare la consultazione online sulla base di una precisa strategia politica e di comunicazione.

Il voto popolare telematico:

– delegittima di fatto il Parlamento e realizza, seppur in maniera scorretta, una forma di democrazia diretta, che si sostanzia in una sorta di referendum su una funzione parlamentare;

– valorizza e riafferma il ruolo del popolo del web, come perno dell’azione politica e istituzionale del Movimento;

– mette in scena una consultazione popolare che richiama l’attenzione dell’intero Paese, mettendo la platea Rousseau al centro della vicenda politica, ago della bilancia sia delle sorti di Salvini che dell’intero governo;

– stimola un’ampia partecipazione dei simpatizzanti 5 Stelle, e non solo, alla consultazione online, riattivando partecipazione e consenso intorno al Movimento;

– pone plasticamente il Ministro dell’interno alla mercé del giudizio popolare, indebolendolo nell’immaginario collettivo;

– rafforza il rapporto con la base del Movimento, incrinato dalle scelte di governo e dalle recenti sconfitte elettorali;

– consente di uscire da una impasse in cui il Movimento aveva solo opzioni negative: votare contro il processo e perdere consenso; votare a favore e mettere in crisi il governo.

– se sarà contro la richiesta di autorizzazione a procedere, la dirigenza 5 Stelle avrà piena copertura politica rispetto a una scelta difficile e incoerente con la linea tradizionale del Movimento;

– se sarà a favore della richiesta di autorizzazione a procedere, e i senatori si adegueranno, produrrà un indebolimento politico di Salvini senza far pagare il prezzo di una frattura nei rapporti di governo; a quel punto o si andrà a una crisi di governo, che i 5 Stelle imputeranno alla coerenza di principio dei propri elettori, cercando di trarne beneficio politico; oppure proseguirà l’esperienza del governo gialloverde, con Salvini indebolito come immagine ed esposto al giudizio della magistratura.

In ogni caso, l’abilità tecnica della Casaleggio e Associati è riuscita a trasformare un evento (il voto sulla Diciotti), che sembrava solo in perdita, in un’occasione di riaffermazione dei principi populisti e antisistema del Movimento 5 Stelle, nell’ambito di una efficace propaganda politica.



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