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Crisi politica in Albania, tutti gli ostacoli sulla strada di nuove urne

La crisi politica albanese, con le proteste di piazza contro il governo socialista guidato da Edi Rama, si arricchisce di una primizia assoluta: il Pd, partito di opposizione, annuncia le dimissioni di tutti i suoi parlamentari. Lo ha deciso il leader dei democratici (formazione di centrodestra che guarda al Ppe) Lulzim Basha. Nelle stesse ore diplomatici di Ue e Usa si sono riversati negli uffici del premier. Il prossimo passo? Elezioni libere e imparziali. Ma la legge cosa dice?

DIMISSIONI

Dimissioni hanno chiesto i cittadini al governo in carica nelle manifestazioni di protesta delle ultime settimane. E dimissioni ha annunciato il leader dell’opposizione. Singolare lo scenario che si sta materializzando in Albania, con accuse pesanti rivolte al premier socialista Rama di essere colluso alla criminalità organizzata, di non aver strutturato una Corte costituzionale funzionante e di essere contiguo ai trafficanti di stupefacenti che, dal paese delle Aquile, riforniscono l’Europa via mare.

Secondo il Pd in Parlamento il Ps è giunto con i voti della mafia che ha influenzato le elezioni del 25 giugno 2017 definendole “truccate”. I 43 seggi del Pd, dunque, come capofila di una marcia indietro che toccherà verosimilmente anche gli altri partiti come il Movimento Socialista per l’Integrazione (Lsi) che ha 18 eletti. I numeri però sono dalla parte della maggioranza: il partito socialista (Ps) può contare infatti su 74 seggi, inoltre la legge elettorale sul punto non è chiara. Per cui il processo di sostituzione dei deputati dimissionari potrebbe non essere scontato come i democratici si auguravano.

QUI SOCIALISTI

Il partito del premier dell’Albania Rama però ostenta sicurezza e non fa mostra di una possibile crisi dicendosi fiducioso di resistere fino al 2021, anche se nelle stesse ore dell’annuncio di Basha, diplomatici di Ue e Usa si sono precipitati nel palazzo del governo per sondare gli umori in tempo reale. Rama ha parlato subito dopo, ma partendo dalla piazza: “Ringraziamo il ministro dell’Interno e attraverso di lui i capi della polizia della Polizia di Stato, per l’eccellente gestione di una protesta che è stata caratterizzata per violenza e destabilizzazione. Coloro che hanno cercato la violenza vogliono uccidere la speranza europea degli albanesi” ha detto. Per poi sferrare il suo contrattacco ai democratici. “L’ opposizione ha fallito in pieno e ora promette un incendio. Far dimettere i parlamentari è un altro balletto di Lulzim Basha, un boicottaggio prima delle elezioni di giugno, sarà comunque difficile ottenere un consenso tra loro. E Lulzim lo sa, ma gioca il bluff “. Lasciando intendere che la maggioranza ha i numeri per continuare la sua vita in Aula e quindi far cadere l’ipotesi di elezioni anticipate.

QUI DEMOCRATICI

Ecco invece le parole di Basha: “Questo governo è stato colto in flagranza in vari casi, come la corruzione, l’eliminazione del parlamento come forum per la democrazia, l’eliminazione della Corte costituzionale, la paralisi di Stato, l’oppressione sistematica e la violazione dei diritti umani fondamentali incluso il diritto alla vita, alla salute e alle proprietà. Ciò ha causato una situazione senza precedenti con la crisi economica, la massiccia migrazione nazionale e un disastroso stato di miseria sociale. Le opposizioni unite lavorano ora per un governo transitorio disposto a prendere tutte le misure necessarie per garantire elezioni libere ed eque e lo sblocco del processo di integrazione europea dell’Albania e l’apertura di negoziati con l’Ue”.

SCENARI

Secondo l’ex presidente della commissione elettorale centrale, Kristaq Kume, non vi sarebbe alcun impedimento legale alla rinuncia al mandato e, in tal caso, il Parlamento albanese chiederebbe ad altri di occupare i posti vacanti. In quel caso il codice non spiega come coprire i seggi in questione, ma per analogia il caso potrebbe essere equiparato a quello di un posto vacante creato da un deputato eletto come indipendente. E l’istituzione potrebbe fornire il mandato al soggetto elettorale con il quoziente più alto. Quindi come in un gioco dell’oca si potrebbe tornare ai numeri della maggioranza, il Partito Socialista di Rama, che finirebbe per occupare i posti delle opposizioni. Uno scenario ovviamente tutto sulla carta, ma al momento possibile.

Nelle stesse ore il Ministero dell’Interno dell’Albania ha organizzato una serie di posti di blocco per le strade della capitale, arrestando alcuni manifestanti che sabato scorso hanno protestato in massa contro il governo. Nelle ultime ore si starebbe facendo largo l’ipotesi, ancora non ufficiale, del tentativo del capo dello stato di mediare tra le parti per giungere ad un possibile governo di unità nazionale che traghetti il Paese a nuove elezioni, ma passando dal riforme-chiave come la giustizia e il welfare. I socialisti però rivendicano il nome del premier.

twitter@FDepalo

 



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