Le stelle di Hollywood e verosimilmente di gran parte del resto del mondo si stanno riunendo a Roma per il popolare festival del cinema della città eterna. Purtroppo, non tutto va bene nel settore cinematografico nazionale italiano. Non, comunque, per mancanza di fondi. Come per molti altri settori dell’economia, i fondi assegnati dallo stato sono sempre una caratteristica inamovibile del settore cinematografico italiano, grazie all’obbligo imposto alle emittenti via etere di trasferire almeno il 10 percento del proprio fatturato pubblicitario alle arti audiovisive. Finora è andata bene. L’inconveniente è che nessun beneficiario di tanta generosità è condizionato dal successo al botteghino. Secondo le statistiche del Ministero Italiano dei beni Culturali, fra il 2001 e il 2005 il finanziamento pubblico per i film prodotti in Italia assommava a oltre €428 milioni. Tristemente, i 243 film realizzati hanno incassato appena 76 milioni.
Per la verità, la maggior parte di questi film non ha mai visto la luce di un proiettore, con €83 milioni di denaro pubblico spesi per 50 film che non sono nemmeno mai usciti nelle sale. Altri 40 film sovvenzionati con denaro pubblico durante lo stesso periodo hanno venduto meno di 5.000 biglietti in Italia – un paese che, nonostante la sua lunga tradizione ben nota a livello mondiale in fatto di film prodotti, fa registrare una delle presenze di spettatori più basse al mondo.Inevitabilmente, è spuntata fuori una vasta congerie di produttori e di società di produzione per succhiare, a livello professionale, i sussidi erogati da parte dei politici che controllano i cordoni della borsa dall’interno del Ministero per i Beni Culturali. Tuttavia, non contento dell’attuale potere clientelare, il Senato italiano sta attualmente esaminando una legge che vedrebbe il piatto crescere di cinque volte grazie all’aumento e all’allargamento del prelievo forzoso sui nuovi attori del settore privato dell’emittenza, come le società di telecomunicazione quali FastWeb e Telecom Italia e l’operatore di pay-TV Sky Italia. Le agevolazioni fiscali che hanno pilotato la rinascita del settore cinematografico britannico o gli aiuti statali fermamente condizionati dal successo al botteghino che hanno tanto aiutato il cinema spagnolo degli ultimi anni sembrano essere popolari quanto un film amatoriale al Senato di Roma. In occasione dei molti ricevimenti a base di champagne di questa settimana, legislatori e compagni produttori potrebbero fare lo sforzo di pensare che Hollywood e altri produttori cinematografici internazionali continueranno a realizzare le produzioni che gli italiani vogliono guardare, laddove il finanziamento pubblico italiano ha fallito.