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Dove va Scelta Civica senza Italia Futura?

Dove andranno le idee di Italia Futura? Quale sarà il ruolo liberale e riformatore della creatura di Montezemolo all’interno di un’alleanza, Scelta Civica, che ha addirittura appena rinunciato a correre con un suo candidato alle amministrative in Liguria? Il dibattito innescato da un articolo di Formiche.it tocca addetti ai lavori e non.

Ecco la conversazione di Formiche.net con Luca De Vecchi, responsabile giovani di Italia Futura.

Il Coordinatore lombardo di IF, Bastianini, dalle nostre colonne ha posto l’aut aut: o si resta in Scelta civica per cambiarla dall’interno o si battano altre strade.

In Scelta Civica mi sembra sia in atto uno sviluppo, penso che Italia futura ne sia parte integrante (anche numerica), nel senso che i parlamentari eletti sono in buona parte figure che provengono dalle nostre file. Il punto non è restare o meno nell’alleanza, ma verificare se esiste la progettualità che il movimento intero dovrebbe porsi, quindi se l’idea iniziale andrà avanti e come. Ma in discussione non è la nostra presenza in Sc, senza di noi non esisterebbe. La questione è quale prospettiva si darà Sc.

Pur essendo IF l’unica componente di Sc territorialmente radicata, ha raccolto solo una presenza nella squadra di Letta, con Carlo Calenda viceministro dello Sviluppo economico: vi aspettavate di più?
Calenda allo Sviluppo economico è senza dubbio una figura rilevante, come altre avremmo potuto esprimere. Sono state coinvolte personalità di diverso tipo scelte direttamente dal premier: ne prendiamo atto. E’ chiaro che questo non è il governo “migliore possibile” per noi, o meglio, non è il migliore in assoluto. Forse è il migliore possibile. Non ne facciamo una questione di poltrone, piuttosto di quanto, di quella progettualità che Sc ha portato in Parlamento, sarà alla fine recepita dall’esecutivo. A cominciare magari dalla proposta di Ichino e Tinagli sulle misure sperimentali per la promozione dell’occupazione e il superamento del dualismo fra lavoratori protetti e non protetti. Se su un tema centrale, come quello del lavoro, riuscissimo a fare leva sui nostri parlamentari per portare avanti la proposta Ichino, beh, questo varrebbe più di molte poltrone. Noi ci siamo candidati sulla base di un’agenda. Se avessimo voluto occupare caselle, probabilmente avremmo fatto scelte diverse.

Come procederà quindi l’impulso di IF?
Il nostro obiettivo è portare avanti determinate idee, non solo sul lavoro ma anche sulla trasparenza della Pubblica Amministrazione e sui costi della politica. E su questi spunti ottenere un forte impatto sul governo e soprattutto in Parlamento. Un problema che spesso sfugge è che le leggi si fanno nelle due Camere, è lì che si decidono le sorti del Paese. Lì dovremo combattere la nostra battaglia.

Vi soddisfano le linee guida annunciate dal premier su liberalizzazioni e riforme?
Soprattutto in un governo sostenuto da una maggioranza così ampia, le dichiarazioni di principio vanno seguite dalle conferme oggettive. Siamo curiosi di osservare il punto di caduta. Letta ha indicato la riduzione del cuneo fiscale in particolare per i giovani come uno degli obiettivi fondamentali del governo. Dal punto di vista fiscale mi sembra un punto rilevante. E’ anche un’incognita, perché dipenderà dalla responsabilità dei vari partiti capire quale sarà la mediazione alta che è necessario trovare. Senza dimenticare che siamo ancora in un momento difficile: cincischiare e perdere tempo su questioni non rilevanti non è utile.

Come stimolare uno scatto di reni in Scelta Civica?
Sarà fondamentale costruire un movimento ampio e aperto che possa coinvolgere tutte le realtà liberali e riformiste che non si riconoscono né in un Pd sempre più diviso e arroccato su vecchie posizioni, né in un Pdl alla ricerca del proprio senso. Noi dovremo proporci come aggregatori dei riformisti. E farlo tramite figure che utilizzino la gran parte del proprio tempo per mettere in pratica il cosiddetto “radicamento territoriale”.

IF soffre il fatto di essere guardata come una piccola corrente a sé da chi gestisce materialmente il partito?
Alla Camera esprimiamo la maggioranza o quasi dei deputati, vi sono personalità provenienti da vari contesti. Non siamo una corrente.

E’ proprio escluso un passo (in avanti) di Montezemolo?
Bisognerebbe chiederlo a lui. Credo che IF abbia dato tanto al progetto di Scelta civica, quanto a idee e persone. Per il futuro, stiamo a vedere. Chi si è avvicinato a Sc lo ha fatto perché credeva che dovesse esistere nel Paese un luogo di incontro politico tra riformisti di diversa estrazione. La strada da seguire è questa, ma dovremmo essere bravi ad allargarla.

twitter@FDepalo


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