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Nel nome delle infrastrutture. Conte e l’Italia a tutta velocità

Un’Italia a 200 chilometri all’ora. Per il premier Conte non è una scelta, ma un obbligo, per un Paese che deve recuperare pezzi di Pil lasciati sul terreno in questi mesi in gialloverde. Il metodo è stato indicato in un’ampia intervista rilasciata al Sole 24 Ore, in edicola stamattina. Tutto parte da un punto fermo: le infrastrutture. Senza di esse, parlare di crescita è quasi del tutto inutile.

L’ORA DEI CANTIERI

“Credo sia arrivato il momento di mettere il piede sull’acceleratore, facciamo correre l’Italia, ora spingiamo sull’acceleratore degli investimenti”, ha esordito Conte. Il quale spiega al quotidiano il contenuto dei decreti Investitalia e Strategia Italia, varati al fine di sbloccare i cantieri dei grandi lavori. “Investitalia è una struttura di missione formata da tecnici e funzionari che hanno il compito di coordinare, presso la presidenza del Consiglio, la realizzazione del piano di investimenti al fine di renderlo più efficace. Strategia Italia è la cabina di regia che svolge il coordinamento politico e amministrativo, in collegamento con il Cipe. Con queste strutture creiamo l’autostrada a tre corsie per la crescita: investimenti, innovazione e semplificazione: è come se mettessimo a disposizione di un guidatore una Ferrari. Finora nessuno ha premuto l’acceleratore, ora il Governo vuole rimettere il turbo all’Italia sul fronte delle infrastrutture”.

OBIETTIVO APPALTI

Per quanto riguarda la riforma del codice degli appalti, che è un po’ il passaggio operativo dell’operazione infrastrutture, Conte annuncia che “in settimana invieremo al Parlamento una legge delega, poi procederemo speditamente con un decreto legislativo che conterrà una riforma organica del codice degli appalti, ma, parallelamente, abbiamo elaborato uno schema di decreto legge per riavviare, già dalle prossime settimane, vari cantieri”.

IL FUTURO DELLA TAV

Il discorso infrastrutture non poteva ovviamente non tirare in ballo la Tav, dopo che ieri il ministro dell’Economia Giovanni Tria, si è di fatto schierato con l’opera, perché rinunciarvi vorrebbe dire mandare in confusione chi decide di investire in Italia. Conte, ha chiarito la posizione dell’esecutivo. “A seguire il dibattito pubblico parrebbe che l’intero e corposo piano d’investimenti sia riduttivamente rimesso all’alternativa si’ Tav/no Tav. In realtà, il progetto Tav corrisponde a una percentuale tutto sommato contenuta di tutte le opere che sono in corso di realizzazione”.

IL NODO COSTI-BENEFICI

A proposito dell’analisi costi-benefici, Conte afferma che “è stata affidata a riconosciuti esperti e non è accettabile che venga messa in discussione la loro professionalità solo perché i risultati non sono di gradimento. Se emergerà la necessità di approfondire ulteriori aspetti chiederemo agli esperti già consultati eventuali ulteriori chiarimenti”.

NESSUNA PATRIMONIALE

Capitolo conti pubblici. Qui la tanto temuta patrimoniale, non ci sarà. “Ho già escluso la patrimoniale ed è prematuro opinare eventuali interventi o formulare valutazioni così negative già nel mese di febbraio. Posso garantire la massima attenzione da parte del governo sulla tenuta dei conti pubblici. Anche grazie alle misure di monitoraggio e quelle di blocco dell’erogazione della spesa contenuta nella legge di bilancio. Mi riferisco ai due miliardi della clausola di salvaguardia. Alle stime e alle previsioni vogliamo rispondere con la concretezza delle azioni a sostegno del lavoro e a sostegno dell’impresa. Il quadro di finanza pubblica non lo miglioriamo stringendo la cinghia ma premendo sull’acceleratore”.

COME EVITARE LA MANOVRA BIS

Certo, il tutto deve ricondurre a un obiettivo: evitare una correzione sui conti pubblici. Interpellato sul fatto che i “numeri parlano però di 8-9 miliardi che mancano all’appello per il quadro di crisi economica più i 23 miliardi di clausole Iva da disinnescare, per un totale di 32 miliardi”, Conte risponde con una ricetta. “Pensiamo a una revisione completa del sistema di tax expenditures. Con la prima manovra economica abbiamo avuto poco tempo, invece con la nuova manovra avremo più tempo per operare questa revisione e affidarci al piano di investimenti per evitare l’incremento dell’Iva”.

BONO NON SI TOCCA

Ancora, l’ipotesi di un ribaltone ai vertici di Fincantieri, emersa nei giorni scorsi ma mai confermata. Niente di tutto questo. Fincantieri “è l’eccellenza della nostra industria manifatturiera che tutto il mondo ci invidia. I risultati dell’attuale gestione sono straordinari e meritano il più assoluto rispetto. Personalmente, auspico qualche segnale di rinnovamento ma in un quadro che garantisca la continuità rispetto a una gestione manageriale che si sta rivelando vincente”. E riguardo alla fusione con Stx, Conte dichiara: “Per quanto ho potuto personalmente valutare, non contrasta le regole europee sulla concorrenza”. Di sicuro, ha precisato il premier, occorrerà una migliore sinergia Fincantieri-Leonardo, in termini di strategie.

TRA BANKITALIA E CDP

Tra gli ultimi appunti del premier, i ruoli delle istituzioni portanti, Bankitalia e Cassa depositi e prestiti. Quest’ultima, nella testa del governo, dovrà aumentare il grip sul piano di dismissioni patrimoniali, improvvisandosi incubatore. Quanto a Bankitalia, dove il premier dovrà garantire i passaggi legati alla nomina del Direttorio, verrà assicurata indipendenza e rispetto delle singole prerogative.

IL VOTO IN SARDEGNA

Un ultimo pensiero alla Sardegna. Conte nega che i rapporti possano essere ridiscussi per effetto di un singolo appuntamento elettorale, peraltro territorialmente circoscritto. E confida nel “metodo Conte”, un confronto sui vari dossier libero da “soluzioni preconcette o schemi ideologici”.

 



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