“Abbiamo avviato l’iniziativa Food policy hot pot” – racconta Carlo Mango, direttore dell’area ricerca scientifica e trasferimento tecnologico di Fondazione Cariplo a Formiche.net – “per rafforzare gli sforzi congiunti di Fondazione Cariplo e del Comune di Milano e raggiungere le 5 priorità della Food Policy di Milano: garantire l’accesso al cibo sano e l’acqua potabile per tutti i cittadini, promuovere la sostenibilità del sistema alimentare, educare al cibo, combattere lo spreco alimentare e sostenere la ricerca scientifica nel settore agroalimentare”. Il cibo è un tema di grande attualità, per esempio è necessario riconoscere il giusto prezzo a chi lo produce e lo trasforma, oltre al fatto che è un modo per trasmettere valori etici.
Analizzando i dati sullo spreco alimentare, si constata che in Italia è pari allo 0,88% del Pil per un valore di oltre 15 miliardi di cui 12 miliardi avviene nelle case degli italiani (dati Waste Watcher). Frutta e verdura, pane, legumi, pasta fresca e bevande analcoliche sono gli alimenti che ogni giorno gli italiani buttano nella spazzatura evidenziando che una soluzione al problema parte proprio da un cambiamento delle abitudini quotidiane. Per 7 italiani su 10 è necessaria una svolta a livello culturale, la strada principale da percorrere è l’educazione alimentare.
Proprio con l’obiettivo di migliorare la sostenibilità del sistema alimentare, già dal 2015 Milano ha implementato una serie di azioni per favorire la scalabilità degli acquisti pubblici, le diete sane nelle mense scolastiche, la riduzione della tassa dei rifiuti (Tari) per la donazione di eccedenze alimentari. Sottolinea Mango che “il progetto Food Policy hot pot si configura come un ulteriore passo avanti con l’inclusione del mondo delle imprese per fotografare il loro bisogno di innovazione e finanziare progetti innovativi o attività di formazione con particolare attenzione all’economia circolare”.
Creare un vero e proprio ecosistema di innovazione che porta a nuovi modelli di business e prodotti e trovare percorsi di collaborazione tra Pmi, centri di ricerca e start up. “Il progetto si sviluppa in due fasi. La prima prevede l’identificazione dei bisogni di innovazione delle Pmi in relazione ai driver del sistema alimentare milanese” – specifica Mango – “la seconda fase vedrà la realizzazione di un workshop a cui parteciperanno le 10 realtà selezionate, una occasione di dialogo tra Pmi ed innovatori per favorire il confronto e la contaminazione di idee in un’ottica di open innovation”.
Secondo l’Osservatorio Smart Agrifood del Politecnico di Milano, l’innovazione nel mondo agroalimentare è aumentata del 270% rispetto al 2017 con una crescita che si attesta tra i 370 e i 430 milioni di euro, una quota che pesa per il 5% del mercato globale e il 18% di quello europeo. Un trend confermato a livello globale dove l’agricoltura 4.0 ha raggiunto un giro d’affari globale del valore di 7 miliardi di dollari.
“Questa iniziativa è importante per sostenere ed indirizzare il policy-making poiché spesso è difficile stabilire un dialogo tra le istituzioni e le aziende a causa della necessità di superare logiche di assetto legislativo” – chiarisce Mango – “pensiamo che la collaborazione pubblico-privato sia il metodo più efficace dove un ente no-profit diventa il collegamento tra istituzioni e realtà profit”.