Si è tenuta ieri presso il Centro studi americani la presentazione del libro La catastrofe delle élite. Potere digitale e crisi della politica in occidente di Antonio Pilati. Il volume tenta di ricostruire il corso degli eventi politici ed economici generati dalla frattura sempre più ampia fra élite e piccoli attori dell’economia globale, focalizzando l’attenzione sull’evoluzione inarrestabile della tecnologia. Insieme all’autore ne hanno discusso Marcello Foa, presidente Rai e Giulio Tremonti, presidente Aspen Institute mentre a moderare i lavori è stato il giornalista Giovanni Minoli.
Da vent’anni nel mondo crescono turbolenza politica, conflitti e resistenze alle istituzioni sovranazionali. Nel XXI secolo si è disgregato l’ordine politico che dopo il 1945 si era mantenuto per quarant’anni con il bipolarismo Usa/Urss e, nel decennio 1990-2000, con il predominio solitario degli Stati Uniti. Alla base di questa grande trasformazione, vuole affermare Pilati nel suo libro, c’è uno straordinario progresso tecnologico che incentiva delocalizzazioni, riforme dei processi produttivi, eliminazione di lavoro.
Nasce una sempre più potente globalizzazione dell’economia che dà spazio a nuovi protagonisti (Cina, India, Iran, Turchia), mentre i sistemi politici occidentali patiscono la crisi sociale indotta dalla tecnologia, non comprendono con le loro classi dirigenti la rivolta degli esclusi e smarriscono la capacità di guida. L’opera di Pilati cerca di ricostruire il filo degli eventi, passando dalla superficie visibile dei rivolgimenti politici alla dinamica che li sottende, generata dalla frattura sempre più aspra fra élite e perdenti dell’economia globale, per focalizzare infine il motore drammatico della trasformazione: la furia rivoluzionaria della tecnologia.
(Foto di Umberto Pizzi – riproduzione riservata)