Uno dei tanti clichè pseudo ambientalisti vorrebbe la chimica come la più grande minaccia per l’ambiente. Da oggi sappiamo ufficialmente che non è così. Il 13° Rapporto ‘Responsible Care’ di Federchimica, presentato oggi e riferito al 2006, disegna un bilancio ambientale che più ‘verde’ non si può: in 15 anni, cioè dal 1990 al 2005, emissioni di gas serra ridotte del 28,2% (con – 52% delle emissioni in acqua e – 91% di quelle in aria); meno consumi di energia (-5,4%) durante il biennio 2004-2005 e più sicurezza sul lavoro (con 9,3 infortuni per milione di ore lavorate). Al programma volontario hanno partecipato 177 delle 1300 imprese associate che hanno avuto il merito di investire in sicurezza, salute e ambiente, spendendo, nell’ultimo anno, circa 900 milioni di euro, pari al 3,1% del fatturato. Il presidente di Federchimica, Giorgio Squinzi, lo aveva già scritto per Formiche n° 18: “L’industria chimica è cambiata, sia per il suo ruolo di volante di occupazione e innovazione, sia per il contributo all’ambiente e alla qualità della vita”. Finalmente una buona notizia tra le tante ‘emergenze’, vere e presunte, sparate in prima pagina. Ci aspettiamo ora, con Squinzi, che le istituzioni lo riconoscano nei fatti, che evitino inutili appesantimenti legislativi, penalizzanti e punitivi, alle imprese, incluse quelle da premiare perché rispettose per performance ambientali e trasparenza.
La chimica può salvare il mondo
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