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Sulla Tav il Paese potrebbe aiutare il governo a decidere

infrastrutture

Il percorso intrapreso dal presidente del Consiglio sulla Tav passa per una negoziazione con la Ue e la Francia, per ripartire diversamente gli oneri finanziari e modificare il progetto dell’opera. La Ue si è dichiarata pronta a incrementare i fondi messi a disposizione, a patto che sia preservato il progetto di base, inserito in una rete infrastrutturale sovranazionale. La Francia si è resa disponibile a parlare di riparto degli oneri, nel quadro di un progetto condiviso. È ragionevole pensare che si perverrà ad accordi che modifichino in qualche modo l’attuale progetto, consentendo a Conte di rivendicare risultati concreti per l’Italia: minori costi e una revisione operativa dell’opera, riconducibile a una “Mini Tav”.

Tutti dovrebbero essere contenti: la Lega, perché vedrebbe la Tav andare avanti, seppur modificata; i 5 Stelle, in quanto potrebbero intestarsi l’abbandono del progetto originario e il via libera a un’opera revisionata e meno costosa; le opposizioni, per lo sblocco dell’opera; le imprese e le regioni del nord, visto che il collegamento ferroviario ad alta velocità, comunque lo si voglia chiamare, verrebbe realizzato. Ma le cose non sono così semplici.

Dal punto di vista strutturale, una revisione della Tav non può ragionevolmente interessare il cuore dell’opera, cioè lo scavo del tunnel di base, anche perché la Francia considera giustamente essenziale il tunnel di base. Salvo immaginare un tracciato diverso, non meglio definito (ci sono proposte di amministratori locali, ma allo stato prive di riscontri di fattibilità e di istruttoria progettuale). Così come non può riguardare la realizzazione dei collegamenti di rete e le opera infrastrutturali a servizio, necessarie per l’operatività della tratta. Cosa resta? Forse una eventuale revisione al risparmio delle opere accessorie e tecniche. O una riorganizzazione dei lavori infrastrutturali nella parte italiana. Insomma, elementi marginali nel contesto complessivo, che potrebbero essere insufficienti a sedare l’opposizione 5 Stelle all’opera.

In termini finanziari, la Ue potrebbe arrivare a coprire fino al 50% dei costi e la Francia aumentare la sua quota di spesa. In soldoni questo si tradurrebbe in un risparmio teorico per l’Italia tra 400 e 800 milioni di euro (sulla base dei costi stimati nell’accordo internazionale, che imputa al nostro Paese 4,6 miliardi di euro, di cui 2,9 per il tunnel e 1,7 per la tratta nazionale oltre spese accessorie). Anche in questo caso, si tratta di cifre considerevoli ma non tali da cambiare la portata finanziaria della Tav.

Insomma, alla resa dei conti tra sei mesi, anche se Conte riesce a portare a casa buoni risultati dalla rinegoziazione e revisione della Tav, la situazione cambierebbe poco e il governo si troverebbe di fronte a una scelta politica sulla realizzazione dell’opera, eventualmente ridimensionata. E non è scontato che troverebbe al suo interno il consenso di entrambe le forze di maggioranza per il proseguimento dei lavori. A quel punto o il governo cade sulla Tav e le clausole di dissolvenza restano lettera morta, lasciando in piedi gli impegni internazionali dello Stato italiano per il seguito dei lavori. Oppure il governo tenta una revisione al ribasso della Tav o un suo sostanziale blocco: ma in tal caso sarebbe necessario un voto del Parlamento, per modificare la legge che ha approvato il Trattato internazionale.

Il voto parlamentare su una “Mini Tav” o su un “No Tav” esplicito o camuffato, riaprirebbe lo scontro nella maggioranza: la Lega potrebbe non accettare sovvertimenti del progetto e dichiarare il proprio voto contrario a modifiche sostanziali; i 5 Stelle si troverebbero in netta minoranza nelle Camere, per il voto pro Tav di tutti gli altri partiti. In previsione di questo scenario, Di Maio ha già annunciato che il presidente Conte potrà porre la fiducia su un testo di legge di revisione o blocco della Tav, costringendo la Lega a votare con le opposizioni, assumendosi la responsabilità di una crisi di governo. E si tornerebbe al punto di partenza: si o no alla Tav, seppur revisionata e non stravolta.

Il Paese potrebbe aiutare il governo a decidere. Ma una consultazione referendaria nazionale è esclusa, perché non è ammesso un referendum abrogativo per le leggi di ratifica dei trattati internazionali (come quella della Tav) e non è previsto un referendum consultivo nazionale; mentre un referendum regionale sulla Tav non sarebbe ammissibile, in quanto inciderebbe su materie di competenza statale. L’unica possibilità resta quella di ricorrere a consultazioni popolari delle regioni su materie regionali. Così, l’articolo 86 dello Statuto della regione Piemonte prevede che “la Regione può deliberare la consultazione di particolari categorie o settori della popolazione su provvedimenti di loro interesse”; e referendum consultivi sono previsti negli Statuti della Lombardia e del Veneto.

Resta tuttavia il problema di individuare i provvedimenti su cui indire la consultazione, che devono essere di competenza regionale, mentre la Tav è di competenza statale. Un’ipotesi di soluzione potrebbe essere quella di adottare provvedimenti regionali di natura finanziaria, organizzativa o logistica, aventi connessione con la Tav, sui quali chiamare la popolazione regionale ad esprimersi: il risultato politico sarebbe analogo.

Ad oggi c’è la proposta del presidente del Piemonte Sergio Chiamparino di tenere una consultazione popolare sulla Tav, in concomitanza con le elezioni europee (per non avere oneri aggiuntivi di organizzazione): proposta che, per come è formulata in riferimento diretto alla Tav, può essere contestata dal governo. Il tema resta comunque aperto: consultazioni popolari connesse alla Tav, anche solo regionali, introdurrebbero nel dibattito politico riferimenti democratici ineludibili, costringendo i partiti di maggioranza a fare i conti con i cittadini e non solo con le proprie bandiere. E questo non dovrebbe dispiacere a partiti populisti e sostenitori della democrazia diretta. Poi a ognuno assumersi le proprie responsabilità.



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