“Negli anni ’70 si diceva in perfetta buonafede che la mafia era una banda di pecorai… Cercare di capire è la premessa per poter contrastare le mafie. È allucinante ma si credeva che anche a Roma le mafie non ci potessero essere e che non ci fosse la corruzione. Questa è l’esperienza allucinante che abbiamo vissuto ma su questi temi bisogna avere un approccio laico”. Sono le parole del capo della procura di Roma Giuseppe Pignatone, nel corso della presentazione del libro che ha scritto con Michele Prestipino, “Modelli criminali” (Laterza).
“Il penale non esaurisce il problema, è solo il primo momento: l’azione penale crea spazi di libertà ma se la società civile, le industrie pulite, le liste politiche, se tutto questo non subentra, in pochi anni si tornerà al punto di prima”, ha aggiunto Pignatone. “La dedica del libro è volutamente dedicata a tutti quelli che hanno lavorato con noi. Siamo convinti che la figura dell’eroe solitario in questo campo non solo non serve ma è controproducente. Serve solo a scaricare la coscienza degli altri, ma poi l’eroe è destinato alla sconfitta. Abbiamo sempre cercato di lavorare in squadra, dai magistrati ai giudici a tutte le forze di polizia al personale amministrativo a tante persone perbene: è questa squadra che può vincere la partita”, ha concluso.
Per Formiche.net era presente Umberto Pizzi. Ecco tutte le foto.
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