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Tutte le potenzialità della nanomedicina. Il parere di Nicotra (Milano-Bicocca)

Di Sofia Gorgoni

Viaggiano all’interno del corpo e trasportano il farmaco dentro le cellule tumorali, risparmiando quelle sane. Si tratta di nanovettori infinitamente piccoli, tra i 20 e i 500 nanometri. Un universo abitato da particelle dell’ordine del miliardesimo di metro che si svela ai nostri occhi soltanto dal microscopio elettronico. È su questa scala che lavorano gli scienziati. Le potenzialità della Nanomedicina sono enormi e da quando per la prima volta nel 2004 un team di ricercatori ha creato il primo nanorobot in grado di muoversi all’interno dell’organismo, la scienza dell’ultra piccolo ha fatto passi da gigante.

CURA DEI TUMORI

Secondo i dati, il cancro diventerà la prima causa di morte nel mondo occidentale e nei Paesi industrializzati. Le nanotecnologie, capaci di interagire con il dna, vengono sperimentate in oncologia su due fronti: per individuare la malattia il prima possibile (fin dalle prime alterazioni molecolari) e per portare dentro alle cellule cancerose i farmaci, rendendoli più efficaci contro il tumore e meno tossici per i tessuti sani.

RICOSTRUIRE I TESSUTI

“La nanomedicina non riguarda solo i farmaci, ma è capace di ricostruire anche un pezzo di tessuto o organo – spiega il prof. Francesco Nicotra – ordinario di Chimica dell’Università di Milano-Bicocca e già coinvolto in tre progetti europei di nanomedicina –. Questo serve ad esempio nella medicina rigenerativa, perché possiamo sostituire un organo malato”. Un altro traguardo è la realizzazione di modelli che possano testare l’efficacia dei farmaci mimando gli organi umani. Oggi dopo i test in vitro, si passa ai topi. “Questo crea un limite, in quanto i tessuti sono differenti da quelli umani – spiega Nicotra – quindi dei farmaci che possono sembrare efficaci sui topi possono rivelarsi inefficaci sull’uomo”.

IL PROGETTO PER I PAZIENTI DIABETICI

Le nanoparticelle, quindi, sono in grado di superare le barriere biologiche del corpo e concentrarsi sul bersaglio. “In questo momento – racconta Nicotra – sto portando avanti un progetto europeo con gruppi di ricerca di differenti nazioni. Tra questi c’è un’azienda che ha ideato una piccola sacca nella quale possono essere introdotte delle cellule. Una volta impiantata la sacca sotto pelle, i capillari del paziente entreranno all’interno della sacca per assorbire i nutrienti di cui necessitano. Noi intendiamo mettere nella sacca le cellule pancreatiche che producono l’insulina. Utilizzeremo le cellule beta del maiale, le metteremo nella sacca e potranno produrre l’insulina che entrerà in circolo nel paziente. Queste cellule se moriranno potranno essere sostituite attraverso delle cannule, ma potremo capire quando sostituirle grazie a delle nanoparticelle già approvate dalla Food and Drug Administration (Agenzia per gli alimenti e i medicinali). Legheremo alle nanoparticelle una sostanza che interagisce con dei recettori delle cellule pancreatiche e due sostanze che diano segnale diagnostico e ci possano fornire delle immagini”.

QUANTO VALE LA NANOMEDICINA

Il mercato cresce, ma richiede sostenibilità economica e business, affinché si diffonda il progresso scientifico. Il livello dell’Europa è avanzato, secondo Nicotra, e l’Italia sta facendo la sua parte. In Europa sono oltre 500 le piccole e medie imprese, tra farmaceutiche, aziende biotech, chimiche e di tecnologie mediche, che operano nella nanomedicina. Sono circa 50, invece, i nanofarmaci presenti sul mercato, per un valore complessivo che supera i cento miliardi di dollari. Nel frattempo sono centinaia i nanomedicinali attualmente testati sull’uomo, il 30% dei quali per la cura del cancro. Il mercato delle nanotecnologie si stima che quest’anno raggiungerà i 528 miliardi di dollari (nel 2014 valeva 248 miliardi). Le applicazione della nanomedicina crescono continuamente, dalla diagnosi all’ingegneria tissutale (la ricreazione e la riparazione di tessuti e organi danneggiati, attraverso le nanotecnologie.
Dei biopolimeri, ad esempio, possono dirigere la ricostruzione dei nervi. Un risultato importante soprattutto nel caso di danneggiamenti del midollo spinale. La nanomedicina continua ad aprire strade inaspettate che fino ad oggi solo la natura poteva percorrere.

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