Non sono certo generosi nei confronti del Movimento 5 Stelle i commenti che oggi popolano le prime pagine dei quotidiani, cartacei e online, sui risultati delle elezioni in Basilicata che si sono tenute domenica. Il Movimento 5 Stelle è arrivato terzo, dopo il vincitore della competizione elettorale, il candidato del centrodestra Vito Bardi, eletto con il 42,2% dei voti e il candidato del centrosinistra Carlo Trerotola (33,11%). A seguire, Antonio Mattia, il candidato del Movimento 5 Stelle, che ha superato la soglia del 20%.
“Non credo che le elezioni nazionali e quelle regionali possano essere messe a confronto. Prendiamo atto che sicuramente stiamo scontando qualcosa dall’esperienza di governo, è inevitabile”, ha detto la deputata di M5S Lucia Azzolina in una conversazione con Formiche.net. La riflessione interna al Movimento, spiega Azzolina, è in corso e l’obiettivo è “parlare a livello locale con tutte le forze sane che hanno un forte legame col territorio”. Con uno sguardo, oltre che alle prossimi elezioni in Piemonte, anche alle europee.
Onorevole, come valuta il risultato delle elezioni che si sono tenute questa domenica in Basilicata? Il Movimento 5 Stelle non è riuscito a imporsi…
I numeri dicono che il Movimento 5 Stelle è prima lista in Basilicata: ha preso il 12% in più rispetto al 2013. E porterà in consiglio 3 nostri candidati, mentre erano 2 alle scorse elezioni. Però non mi sento assolutamente di festeggiare, perché è comunque un’occasione persa per la Basilicata, l’occasione di voltare pagina.
Luigi Di Maio, con toni ottimistici, ha parlato di una crescita in Basilicata rispetto alle passate regionali, eppure un calo c’è stato, se si guardano i dati delle politiche 2018 in cui M5S aveva preso il 44,36. A cosa pensa sia dovuto questo calo?
Non credo che le elezioni nazionali e quelle regionali possano essere messe a confronto. Prendiamo atto che sicuramente stiamo scontando qualcosa dall’esperienza di governo, è inevitabile. È necessario molto impegno per raccontare meglio tutto quello che il M5S sta facendo e ha fatto, e ribadire in modo fermo le nostre idee, così potremo invertiremo la tendenza.
M5S, che si presenta da solo, ha battuto tutte le altre liste. In corso, però, c’è anche una volontà di riforma interna del Movimento, con la possibile previsione di alleanza con liste civiche. Un modo per affrontare le elezioni locali con più strumenti?
Certamente sì. Dobbiamo solo trovare il metodo giusto. Ci penserà la discussione che sta iniziando su Rousseau e tra i nostri attivisti. Ma il fine di questa proposta di dialogo con le liste civiche è giusto: vogliamo parlare a livello locale con tutte le forze sane che hanno un forte legame col territorio.
Non pensa che l’alleanza di governo con la Lega abbia in qualche modo influenzato il voto alle regionali che si sono tenute fino ad ora.
Come dicevo prima è evidente che ci sia un riflesso. Ricordiamoci però che il Movimento è una creatura giovanissima, che per la prima volta nella sua storia è andata al governo del Paese. È normale che si possano commettere degli errori, dobbiamo solo imparare a farne tesoro e migliorarci.
La prossima competizione elettorale tutta italiana sarà in Piemonte. Come si sta preparando M5S sul territorio?
Intanto ricordiamoci cosa hanno combinato i nostri predecessori, dalle “mutande verdi di Cota” ai tagli ai servizi di Chiamparino. Abbiamo definito la nostra proposta di cambiamento in “10 passi”. Ne cito alcuni: sanità pubblica più efficiente con meno ricorso al privato, una rete di trasporti dedicata anche alle aree marginali. La messa in sicurezza del territorio, il sostegno alle imprese innovative. Abbiamo dei candidati trasparenti e competenti nei loro ambiti, a partire da Giorgio Bertola. In più, a Biella ci sono le amministrative e stiamo lavorando sodo affinché il nostro consigliere uscente Giovanni Rinaldi possa essere premiato per tutto il lavoro fatto.
All’orizzonte ci sono anche le elezioni europee. Quali saranno i vostri cavalli di battaglia?
Lo scenario è questo: ci sono forze che difendono l’indifendibile, ovvero un’Europa iperburocratica e lontana dai cittadini. Poi ci sono forze che invece sognano di fare a meno dell’Europa, senza rendersi conto del suicidio che sarebbe (Brexit insegna…). E poi ci siamo noi: che nell’Europa crediamo fortemente, ma la vogliamo cambiare. Vogliamo un’Europa più solidale, che condivida i problemi e non solo i vincoli finanziari. Il mio pensiero va ad Altiero Spinelli.