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Libertà di scelta educativa e autonomia nel modello Lombardo

L’Autonomia si (se) in un cammino di unità tra Associazioni del mondo della scuola e con le Istituzioni.

Importanza di un lavoro congiunto e condiviso che assicuri l’unità necessaria a raggiungere, in campo educativo, gli obiettivi ritenuti fondamentali per l’uomo: questa la consapevolezza che ha animato i circa 200 partecipanti al convegno “La libertà di scelta educativa nel Modello Lombardo: come valorizzarlo nell’Autonomia”, promosso da A.V.C.L. (Associazione Vita Consacrata in Lombardia) con il patrocinio di diverse Associazioni che si occupano di scuola e svoltosi sabato 23 marzo presso il Teatro Guanella di via Dupré a Milano. I numerosi interventi, che hanno dato voce a tutte le maggiori Associazioni presenti e operanti sul territorio (AGeSC, FIDAE, FISM, Comitato Politico Scolastico, Diesse Lombardia, CdO Opere Educative, ANINSEI, AGE), hanno fatto emergere alcuni punti salienti.

Innanzitutto, si è sottolineato come gli Istituti di Vita Consacrata percepiscano in modo chiaro la propria vocazione educativa nei confronti della società: in un tempo di “emergenza”, essi sanno creare comunità educanti che sono vere e proprie “oasi relazionali” in cui gli educatori tutti, consacrati e laici, si interfacciano quotidianamente con i giovani e le loro famiglie, attraverso il metodo di una coerente testimonianza di vita.

In secondo luogo, è stato ribadito il diritto della libertà di scelta educativa della famiglia, mettendo in evidenza come esso sia di fatto negato in Italia, con la conseguenza di una grave ingiustizia sociale: solo chi può pagare, infatti, può scegliere la scuola pubblica paritaria e i docenti, a parità di titolo, percepiscono uno stipendio inferiore qualora scelgano di rimanervi. Per uscire da tale situazione discriminatoria, il costo standard di sostenibilità è stato individuato come soluzione percorribile per l’intero sistema scolastico. Il fatto che le Associazioni diano segnali di convergenza verso tale proposta è stato riconosciuto come un passo decisivo, in quanto supera la divisione che ha finora aveva portato il mondo della scuola pubblica paritaria a interfacciarsi con le Istituzioni in modo frammentato e, pertanto, inconcludente.

Nell’ultima parte del Convegno, i contributi della dott.ssa Carmela Palumbo, Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione del MIUR, e del dott. Emanuele Contu, Dirigente Tecnico per l’Ufficio scolastico regionale, rimarcando come la scuola paritaria sia scuola pubblica a tutti gli effetti, hanno auspicato che i rapporti tra le scuole e gli Uffici scolastici o ministeriali si strutturino, in un clima di stima e rispetto reciproci, sul comune desiderio di servire e formare i cittadini di domani.

Particolarmente significativa è stata la presenza, tra i relatori, del Presidente della Regione Lombardia dott. Attilio Fontana, il quale ha sottolineato quanto il modello lombardo abbia portato lungo gli anni a risultati molto positivi: l’autonomia consente infatti di gestire in modo più oculato le risorse economiche erogate dallo Stato, perché solo chi vive il territorio sa di cosa il cittadino ha bisogno e sa pertanto rispondervi nel modo più adeguato. Il Presidente ha proseguito sostenendo che il costo standard di sostenibilità, così come è applicato nella sanità, dovrebbe essere introdotto anche nella scuola: Regione Lombardia opera da anni in questo settore attraverso la Dote Scuola, con esiti positivi, ma non ancora sufficienti per garantire alle famiglie una effettiva libertà di scelta.

Sr. Anna Monia Alfieri, referente dell’USMI per la scuola e membro del Consiglio direttivo A.V.C.L., si è quindi soffermata sul sistema scolastico italiano, mostrando che esso è attualmente regionalista: i risultati OCSE inferiori per Campania e Sicilia rispetto ad altre regioni (come Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna) dove vengono applicati modelli di autonomia non dipendono né dai docenti né dalle famiglie, ma da un sistema che, con la pretesa di non creare differenze, crea invece squilibri che danneggiano tutti. L’invito conclusivo è stato dunque a superare ogni visione ideologica e a proseguire sull’ormai già avviato cammino di unità tra Istituti religiosi e Associazioni nel mondo della scuola con le Istituzioni.


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