Si sblocca nel modo migliore la vicenda della cittadinanza italiana per i ragazzi stranieri protagonisti della drammatica vicenda dell’autobus con 51 studenti presi in ostaggio dall’autista senegalese Ousseynou Sy in provincia di Milano. Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha annunciato la concessione della cittadinanza a Ramy, il primo ad aver telefonato al 112 fornendo preziose indicazioni ai Carabinieri, “perché è come se fosse mio figlio e ha dimostrato di aver capito i valori di questo paese”. Nei giorni scorsi, dopo il coro a favore del provvedimento, il Viminale aveva fatto capire che bisognava procedere con prudenza: Salvini, nell’annunciare la cittadinanza, ha spiegato che “il ministro è tenuto a far rispettare le leggi” e che però “per atti di bravura o coraggio le leggi si possono superare”. Ma è praticamente certo che analogo provvedimento sarà preso anche a favore di Adam, l’altro ragazzino che ha telefonato ai Carabinieri dopo Ramy, dando ulteriori e utilissime indicazioni.
Domani, 27 marzo, oltre a Ramy e Adam, Salvini riceverà al Viminale altri tre studenti italiani della scuola media “Vailati” di Crema che si sono distinti in quei terribili momenti: Aurora, per il particolare sangue freddo; Fabio, che ha cercato di tranquillizzare Sy parlandogli e provando a dissuaderlo; Nicolò, che addirittura si è offerto come ostaggio. Con loro ci saranno 12 carabinieri intervenuti nell’operazione. Il ritardo nell’annuncio è dipeso dai controlli necessari prima di un provvedimento così delicato: la legge consentirebbe di allargare la cittadinanza anche ai genitori, ma se per ora si è deciso di darla soltanto a Ramy significa che ci può essere qualche, seppur piccolo, dubbio emerso nel corso dei controlli. Comunque il padre di Ramy, egiziano in Italia dal 1996, non ha mai presentato richiesta di cittadinanza e nulla gli vieta di farlo in futuro. Anche per Adam, di origini marocchine e la cui famiglia è in Italia dal 2002, si attende la conclusione degli accertamenti da parte della Prefettura.
I due ragazzi, che sono nati in Italia ma che per l’attuale legge avrebbero dovuto aspettare i 18 anni per ottenere la cittadinanza, sono finiti loro malgrado nel vortice delle polemiche politiche. Dal Movimento 5 stelle le pressioni su Salvini sono state notevoli, a cominciare dal ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, e da Luigi di Maio che dice di aver convinto lui Salvini. Inoltre, l’eco mediatica è stata tale che oggettivamente ha costretto il ministro dell’Interno a trovare la soluzione più giusta in tempi rapidi. Il caso ha voluto che, in un dramma davvero sfiorato, il colpevole accusato di strage e sequestro di persona con l’aggravante del terrorismo sia un immigrato senegalese cittadino italiano dal 2004 e due giovanissimi coraggiosi siano figli di immigrati: un corto circuito che da sinistra fa rilanciare la necessità di una legge per lo Ius soli e da destra fa ricordare la revoca della cittadinanza se condannati per atti di terrorismo, come previsto dal decreto sicurezza. Nel frattempo Ramy e Adam possono festeggiare.