Skip to main content

Save the Choice: dove scegliere è un diritto

Pirateria, cucina e miti da sfatare: “Avete presente la crociata contro la pirateria online, le leggi per contrastarla, magari derogando alle leggi del giusto processo, magari in violazione della privacy e della riservatezza della corrispondenza dei naviganti? Ricorderete le pubblicità che circolavano in televisione e al cinema (dove siedono spettatori legalissimi e paganti) a ricordare che se ascolti musica su internet sei uguale a quello che ruba, rapina, violenta?”.
E qualche contraddizione: “Una bibita gassata è più pericolosa di un fucile?” Il sindaco di New York Michael Bloomberg ha vietato la vendita di bicchieri di bibite zuccherate di volume superiore a 470 ml circa, pena un’ammenda di 200 dollari, e lo ha fatto per “tutelare la salute dei suoi cittadini”. Decisione che può far discutere quando poco dopo scopri che il Senato USA ha votato contro il parere del Presidente Barack Obama respingendo la proposta di limitare la circolazione di armi da fuoco che ha portato alla morte accidentale di alcuni bambini.

Sono solo alcuni dei temi affrontati da Save the Choice, il sito Internet concepito per difendere la libertà di scelta e di consumo. Save the Choice nasce dall’idea di un gruppo di persone di varia estrazione ma unite dalla comune passione per l’Europa e per le libertà individuali. Tra i promotori dell’iniziativa vi sono Annalisa Chirico (giornalista e blogger), Francesca Traldi (Relazioni internazionali Fondazione Magna Carta), Flavia Giacobbe (direttore Formiche), Antonio Dalle Rive (Partner Anyway group), Salvatore Bruno (segretario generale Federazione Italiana Cuochi) e Alberto Gambescia (direttore Fondazione Mezzogiorno Europa).

Limitazioni alle libertà individuali
Il comitato di Save the Choice sostiene che in Italia, così come in tutta Europa fino agli Stati Uniti, siano molti i provvedimenti che vengono imposti ai cittadini con l’idea di migliorarne la vita. Si riferiscono all’accesso ai servizi e alle professioni ad esempio, alla libertà di impresa oppure alla tutela dei prodotti. Ma non solo: alcune leggi e direttive riguardano lo stile di vita, le abitudini alimentari, i comportamenti di consumo.
Provvedimenti che in nome del benessere collettivo introducono limitazioni alle libertà individuali imponendo per legge quello che viene indicato come il giusto modo di comportarsi, proibendo tutti gli altri. Punendo ad esempio chi è sovrappeso per golosità, chi fuma o chi beve. Scelte ritenute dai promotori dell’iniziativa consapevoli e che non coinvolgono la collettività.
“Noi crediamo che il compito delle istituzioni non sia quello di fare da balia ai cittadini. L’obiettivo dovrebbe essere di garantire le informazioni e i controlli necessari per poter esercitare la libertà di scelta. Tutelando le diversità e i diritti di tutti, sia delle minoranze che delle maggioranze”, si legge nel sito.

Tutelare le diversità
“L’Unione Europea è nata per difendere e valorizzare le diversità. A volte, invece, in nome di una visione etica e paternalistica, la burocrazia europea sta introducendo una serie di limitazioni alle libertà di scelta”, scrivono i promotori di Save the Choice lanciando l’iniziativa sul sito. “Ma questa burocratizzazione è senza un’anima condivisa, quindi appiattisce ogni differenza culturale, alimentare e sociale dei vari paesi. La Mozzarella di Bufala è cultura campana, il Gouda olandese; il clima inglese permette attività e orari diversi da quello Greco”.
Un’area di approfondimento e di discussione insomma dove il fine è “costruire una comunità di persone che condividono le nostre preoccupazioni e i nostri principi, una comunità attiva che sia in grado di far sentire la propria voce ai nostri rappresentanti nelle istituzioni europee e nazionali”.


×

Iscriviti alla newsletter