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Libero il papà di Ciccio e Tore

Su istanza della procura della Repubblica ritorna in libertà Filippo Pappalardi, padre dei due fratellini di Gravina trovati morti in una cisterna sotterranea nella campagna pugliese.
Pappalardi era stato arrestato il 27 novembre 2007 con l’accusa di abbandono di minori, omicidio plurimo e occultamento di cadaveri. Il 3 aprile Giulia Romanazzi, giudice per le indagini preliminari (gip) ha emesso l’ordinanza di scarcerazione, notificata oggi dai carabinieri. Pappalardi torna in libertà dopo aver trascorso 20 giorni agli arresti domiciliari e 100 giorni in carcere: prima a Bari, poi a Velletri dove era stato spostato per motivi di sicurezza (aveva rischiato il linciaggio da parte degli altri detenuti).
Formiche.net aveva già scritto in proposito lo scorso 27 febbraio, sottolineando proprio il principio di innocenza fino a condanna definitiva. Dall’autopsia sui cadaveri di Ciccio e Tore emergerebbe l’assenza di violenza. Qui sotto l’articolo pubblicato sul nostro sito:
I corpicini mummificati in fondo ad una cisterna di 30 metri
La scoperta dei due fratelli
di Valeria Brigida
Sono stati ritrovati i due piccoli fratelli di Gravina in Puglia (Bari). Ciccio si stringeva a sé, forse per il freddo. Quelle piccole mani nascoste tra le cosce. In posizione fetale. Tore, il più piccolo, cercava di rasserenarsi succhiandosi il pollice. Francesco e Salvatore Pappalardi, scomparsi il 5 giugno 2006, sono stati ritrovati così. Riemergono dal nulla dopo ventuno mesi di ricerche disperate. Riaffiorano dal buio di un pozzo profondo trenta metri. Una scoperta accidentale. Da generazioni quello era il luogo dove i più giovani della località pugliese preferivano giocare. E così, anche Michele lunedì, cercando di recuperare il pallone caduto in quella cisterna sottostante un ex convento abbandonato del 1700, è scivolato giù. Michele però ha avuto la fortuna di essere in compagnia di altri suoi coetanei. Ed ora è fuori pericolo. La sua vita è salva perché i soccorsi sono arrivati subito. Quindi, la scoperta di altri due corpicini, ormai mummificati. Da una prima ricostruzione i fratelli avrebbero trovato la morte dopo una lunga agonia, dovuta a fame e freddo. Stamattina la madre, Rosa Carlucci, ha dovuto procedere al terribile compito del riconoscimento delle salme recuperate. Il padre, Filippo Pappalardi, si trova ancora in carcere. Su di lui ancora pende l´accusa di omicidio e occultamento di cadaveri. Mesi fa era stato spostato nel carcere di Velletri perché nel primo carcere aveva rischiato il linciaggio da parte degli altri detenuti, che lo accusavano della morte di Francesco e Salvatore. Da dietro le sbarre Filippo ha spedito una grande corona bianca e l´ha fatta appoggiare davanti al luogo del ritrovamento. Adagiato in mezzo ai fiori un bigliettino: “Papà vi vuole bene”. L´uomo si rammarica di aver appreso la notizia dal telegiornale. Chi era presente in quel momento dice di averlo visto freddo e impassibile. Per lui ancora non sono cadute quelle pesanti accuse. Non sarà una reazione fredda a rafforzarle o meno. Perché la mente umana è complessa e si diversifica da uomo a uomo, da donna a donna. E la reazione al dolore può ricoprire mille sfaccettature, forti della consapevolezza di presunta innocenza fino a condanna definitiva.


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