Skip to main content

Democrazia Solidale, per cosa ci impegniamo

mario giro democrazia solidale

CASA COMUNE

La Terra è la casa comune della vita in cui la sovranità non appartiene solo all’essere umano ma a tutti gli esseri viventi. La mancanza di cura della Terra provoca ogni giorno un degrado ambientale che va fermato. I beni comuni di cui vivono tutti gli esseri viventi sul pianeta sono a rischio. La cultura dello scarto e della mancanza di rispetto per la vita (per tutte le vite) produce impatto ambientale e conseguenze sociali evidenti. Una sana politica deve ripartire da questa coscienza per ideare un modello di sviluppo che leghi assieme in una relazione vitale e ragionevole essere umano, esseri viventi, risorse della Terra e futuro. Non si tratta di negare la necessità di utilizzare tutto ciò che serve per il benessere di tutti, né di immaginare decrescite che non sarebbero mai “felici”. Si tratta invece di credere nella “relazione” che esiste tra tutte le cose. Nessuna decisione è esente da un impatto e va dunque messa in relazione con la sostenibilità per tutti.

ECONOMIA

Il modello economico autoreferenziale, basato sullo sfruttamento continuo delle risorse e delle persone non sta dando buona prova di sé. Esso ha certamente creato ricchezza ma (fin dal suo concepimento) ha distribuito in maniera diseguale senza curarsi dell’impatto sociale e ambientale. Molti correttivi sono stati apportati nel corso della storia fino all’invenzione dello stato sociale e del welfare per ammorbidire le conseguenze più aspre di tale modello. Di fronte alle conseguenza della globalizzazione dei mercati, viene oggi il tempo di ripensare tale modello per apportarvi ulteriori e decisivi miglioramenti. E’ evidente che diseguali condizioni di partenza provocano una diseguale ripartizione, non secondo la giustizia ma secondo l’interesse. Quest’ultimo non è in sé negativo ma deve sempre connettersi ad una giusta ed equa concezione dei bisogni e delle opportunità. Più che demonizzare uno strumento o un’iniziativa economica (o addirittura la globalizzazione stessa) noi miriamo ad un’economia che si chieda ad ogni passo ciò che può fare di meglio per l’ambiente e per l’intera collettività.

L’economia deve essere connessa al bene della comunità umana. Per questo una sana economia e una sana finanza devono inserirsi consapevolmente e virtuosamente nel contesto sociale e comunitario. La globalizzazione dei mercati ha connesso mondi e offerto nuove opportunità ma va tenuta in equilibrio tra efficienza e impatto sociale, creazione di ricchezza e sua distribuzione. Pensiamo che ogni continente ed ogni paese debbano poter contribuire ad essa, per quanto possibile con una propria capacità di produrre. Crediamo che l’energia rinnovabile sia la strada maestra per evitare sprechi e inquinamenti. Contiamo su una finanza globale consapevole delle sue responsabilità, che aiuti in particolare le aree più escluse. In una parola: il mercato e la finanza globale saranno virtuosi se inclusivi ed equi, ponendosi l’obiettivo di colmare le diseguaglianze.

FUTURO

Per i paesi a democrazia e sviluppo industriale avanzati come il nostro, il futuro significa aprirsi alle nuove possibilità offerte dall’innovazione tecnologica senza dimenticare il welfare. Alla paura e all’incertezza dovute ad una diversa distribuzione della ricchezza globale che ha aumentato le diseguaglianze, va data una risposta in termini di welfare e di creatività politica. La progressiva mancanza di lavoro va colmata con un nuovo pensiero: entriamo in un tempo in cui il lavoro non è più solo un fattore di produzione della ricchezza ma diviene un fatto sociale, legato alla dignità della persona. Crescita del settore privato e investimenti pubblici non potranno da soli colmare tutta la domanda di lavoro che c’è. Un nuovo pensiero creativo deve poter disegnare nuove forme di attività e di lavoro per tutti, legate allo sviluppo comunitario della società. Solo così si potrà rispondere al cambiamento antropologico che ha fatto diminuire la natalità nelle famiglie: ridare dignità al lavoro e alla sua funzione sociale per ridare fiducia nel futuro e convincere le persone a fare figli. La diseguaglianza è il grande motore di ogni contraddizione sociale attuale, sia tra aree geografiche che all’interno delle nazioni. Una nuova politica dell’eguaglianza va messa in campo, non come portato ideologico ma come idea di comunità sociale. La società concepita come comunità e famiglia (di persone, di collettività o di popoli ecc.) è l’unico rimedio al rancore sociale, agli egoismi e alla guerra. Solo una comunità consapevole e giusta è in grado di assorbire ed integrare in maniera equa gli immigrati, nello spirito di libertà della mobilità sociale globale oggi in atto.

EUROPA

La casa comune dei nostri paesi europei è l’Unione Europea. Essa difende le nostre democrazie. Da solo nessun paese d’Europa può ragionevolmente pensare di sostenere la sfida globale e rischia di scivolare verso modelli autoritari, come accade nel resto del mondo. Pertanto in Europa si tratta di uscire dallo “choc degli egoismi” per rilanciare il processo di integrazione. Le regole dei Trattati sono da riformare: furono scritte in un’epoca in cui trionfava il “pensiero unico” turbo-liberista che la crisi si è incaricata di smentire. E’ un limite da superare. Nel grande sconvolgimento del mercato globale, nuove isole di povertà e disoccupazione si sono create anche in Occidente e in Europa. Anche il welfare ne è stato intaccato, e difatti oggi gli europei sono dei “curati a metà” e degli “educati a metà”. Ciò mette in crisi dal di dentro le nostre democrazie, molto più che dell’emergere di qualche gruppo estremista. La democrazia si difende salvandone le proprietà di giustizia, eguaglianza ed equità per tutti. Per rispondere a tale sfida in Europa occorre riscrivere le regole dei Trattati, tenendo in conto principalmente lo specifico di coesione sociale della costruzione europea. I dispositivi di fiscal compact vanno cambiati e una riflessione comune degli Stati membri deve essere fatta sulla questione del debito pubblico. Salute, welfare ed educazione vanno rimessi al primo posto come diritti universali a cui tutti gli europei devono poter accedere gratuitamente, com’era nei programmi. Occorre avere memoria del fatto che scuola e sanità pubbliche gratuite esistono nel mondo solo in Europa. Soltanto se uniti gli europei potranno rispondere virtuosamente al malcontento e al risentimento sociale che sta creando reazioni sovraniste o populiste estranee alla tradizione democratica e sociale dell’Europa.

STATO AMICO E AUTONOMIE

Lo Stato e le istituzioni pubbliche non possono promettere il “paradiso”, ma devono adoperarsi per evitare gli “inferni” di ingiustizia sociale e economica che deprivano l’essere umano della sua dignità. Lo Stato deve essere percepito dai cittadini come difesa contro le ingiustizie e le diseguaglianze. Oltre a combattere criminalità e disordine, crediamo che le istituzioni possano incarnare tale difesa a partire dagli ultimi, offrendo e garantendo a tutti i servizi di base, come la salute e l’educazione a costi contenuti se non gratuiti. Ogni cittadino deve sapere che –oltre alla sicurezza- il suo diritto a curarsi e ad istruirsi è assolutamente garantito dallo Stato. In questo senso le istituzioni devono smettere di essere tentate dalla sordità burocratica, operando per aiutare i cittadini (a partire dai più deboli) ad accedere ad esse: il diritto all’accesso deve essere facilitato e garantito. Allo stesso modo crediamo che ai territori vedano devoluti tutti i poteri amministrativi necessari per gestire le situazioni locali, non nel senso della separazione ma della solidarietà comunitaria. Il problema dell’incuria delle periferie e quello dell’abbandono dei borghi e delle zone interne montane è davanti agli occhi di tutti: una sana politica rimette nelle mani dei cittadini il gli strumenti per rendere vitale e connessa al resto ogni zona del paese. In altre parole: va combattuta la diseguaglianza geografica e urbana così come quella sociale.

LO STRUMENTO DI DEMOCRAZIA SOLIDALE

Per queste ragioni noi crediamo che una nuova forza politica sia oggi necessaria in Italia. Democrazia Solidale vuole incarnare i principi e i temi descritti, a partire dal basso. DemoS vuole essere una forza “ecumenica” nel senso della sintesi culturale e valoriale che la Costituzione repubblicana opera delle plurime tradizioni italiane. Tale ecumenismo politico tiene assieme le radici dell’umanesimo italiano che scaturisce dalle sue radici storiche e vitali cattolica e laica, per operare una nuova lettura solidale del presente. Le esperienze che danno nascita a DemoS devono molto alla tradizione cristiana di solidarismo, impegno sociale e cura del creato: una tradizione non esclusiva ma inclusiva di altre esperienze e tradizioni laiche. In politica le identità infatti non possono mai diventare una regola assoluta ed escludente, come si usa far purtroppo oggi. Ciò aumenta la frammentarietà sociale già molto avanzata. Pensiamo al contrario che il dinamismo della società civile italiana sia la matrice reale di ogni buona politica: in esso si concentra l’esperienza dei territori e delle autonomie, del sociale, del non-governativo, del terzo settore, della scelta volontaria, dell’associativo, dei bisogni, delle culture, delle risorse e delle persone. In altre parole in essa si concentra l’indipendente e libera volontà dei cittadini associati. DemoS vuole essere una forza politica che fa sue le esigenze di comunità e di uguaglianza di cui c’è tanto bisogno oggi in Italia, affrontando il terreno della politica con stile nuovo, non gridato né contrapposto ma ragionevole e alla ricerca di soluzioni concrete. Più che fare grandi riforme, oggi in Italia c’è molto bisogno di manutenzione e riparazione: manutenzione delle istituzioni e del sistema di pesi e contrappesi istituzionali; manutenzione delle leggi e dei processi che esse innescano; manutenzione delle infrastrutture, delle scuole e degli ospedali; riparazioni in tante zone d’Italia abbandonate o trascurate… Sopra ogni cosa DemoS vuole incarnare la difesa di quei principi di libertà e giustizia che fanno parte della tradizione repubblicana e che proteggono la nostra coesione nazionale e la convivenza pacifica nella società.



×

Iscriviti alla newsletter