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Salario minimo, sì ai rimpatri e riforma Bce. Il M5S mette ai voti il programma europeo

M5s, vitalizi

(Aggiornamento: alla votazione, che si è chiusa ieri alle 19, hanno partecipato poco meno di 14mila iscritti. Qui le priorità votate dalla base sul programma europeo)

Per le prossime elezioni europee, “è molto importante andare a votare”, parola di Luigi Di Maio. Il leader del Movimento 5 Stelle, vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico ha sottolineato durante una diretta Facebook l’importanza di partecipare alla consultazione che si terrà il 26 maggio per eleggere il nuovo Parlamento europeo. E proprio oggi, sulla piattaforma del Movimento, si tengono le votazioni per il programma del Movimento, su cui gli iscritti possono esprimersi sulle “priorità” che gli europarlamentari pentastellati dovranno portare avanti.

UNO SGUARDO AL PASSATO

Era il 2014 e il Movimento 5 Stelle sedeva sui banchi dell’opposizione con 108 deputati e 53 senatori. Beppe Grillo dettava ancora la linea politica del partito dal suo sito personale e Gianroberto Casaleggio era ancora al suo fianco, o leggermente alle sue spalle, come “guru” un po’ in ombra della forza politica che aveva contribuito a creare. A non esserci era, però, la piattaforma online Rousseau, in cui oggi si vota il programma europeo che i candidati del Movimento si impegnano a portare avanti se eletti.

E se nel 2014 il programma era composto da sette punti, che comprendevano il referendum per la permanenza nell’euro, l’abolizione del Fiscal compact, l’abolizione del pareggio di bilancio, ora il Movimento ormai forza di governo propone sei macrotemi su cui gli iscritti sono chiamati ad esprimersi scegliendo quelli “prioritario”.

NO BAIL-IN, NO TRIVELLE E Sì SALARIO MINIMO E ERASMUS

Nella sezione “Tutela delle persone” il programma del Movimento propone misure che incentivino la parità retributiva tra uomo e donna e misure di sostegno alle famiglie, l’abbandono graduale delle fonti fossili -“mai più trivelle e mai più fondi europei per inceneritori e discariche” -, e ancora la previsione di un sistema di garanzia comune dei depositi -“Il Movimento 5 Stelle batterà i pugni per l’esclusione dal Bail-in di tutti gli importi dei conti correnti dei risparmiatori. I risparmi dei cittadini sono sacri” -. Ai no si sommano i sì: tra le proposte in votazione, la possibilità di estendere il programma Erasmus a tutti i cittadini con l’incremento dei fondi disponibili. E ancora, la proposta del salario minimo europeo: “Serve una direttiva quadro dell’Ue per i salari dignitosi che fissi minimi salariali a livello nazionale, nel dovuto rispetto delle prassi di ciascuno Stato membro”, si legge sul Blog delle Stelle, una battaglia che servirà anche a combattere la deocalizzazione selvaggia delle imprese che si spostano lì dove il costo del lavoro è inferiore.

DIFESA DEL MADE IN ITALY

Al Made in Italia è dedicata una intera sezione, in cui si prevedono la lotta alla contraffazione e la tutela dei marchi storici per impedire, appunto, delocalizzazioni selvagge, poi ancora il potenziamento degli strumenti di finanziamento per startup a Pmi, per poi parlare di una politica agricola comune e della pesca che aiuti i piccoli agricoltori e i pescatori “danneggiati dalla globalizzazione”. Da ultimo si prevede la tutela delle eccellenze italiane agroalimentari: “Stop arance marocchine, olio tunisino e riso asiatico”.

POLITICHE MIGRATORIE: RIMPATRI E RIDISTRIBUZIONE

La sezione dedicata alle politiche migratorie prevede solo due proposte: “Cooperazione internazionale finalizzata anche alla stipula di trattati per i rimpatri” e “Redistribuzione obbligatoria dei migranti: i confini dell’Italia sono i confini dell’Europa”. L’Europa, si legge, deve cooperare con gli Stati di provenienza dei migranti e si propone che gli accordi di riammissione vengano conclusi a “livello europeo”, non invece come singoli Stati. Sulla ridistribuzione, invece, il problema sono i “Paesi amici” che non hanno voluto modificare il trattato di Dublino in modo da rendere la ridistribuzione più facile. “Nella maggior parte dei casi i migranti che arrivano in Italia vogliono andare negli altri Paesi europei – si legge -, quindi devono essere loro a condividere equamente le responsabilità dell’accoglienza. Purtroppo oggi così non è”.

LOTTA ALLA GRANDE EVASIONE

Anche la lotta all’evasione si allarga alle istituzione europee. I 5 Stelle, infatti, propongono una direttiva antimafia che si ispiri alla normativa italiana (“a partire dal 416bis”, si legge), poi l’Euro-Daspo per i condannati che non potranno essere eletti nelle istituzioni europee e lo stop ai paradisi fiscali e all’armonizzazione fiscale, in modo che “le multinazionali che lavorano in Italia paghino le tasse in Italia”.

TAGLI AGLI STIPENDI, REFERENDUM E ABOLIZIONE DOPPIA SEDE PARLAMENTO

Era stata annunciata già da tempo, ma la proposta di abolire la doppia sede del Parlamento europeo (che si trova ora sia a Strasburgo che a Bruxelles) si trova anche all’interno del programma nella sezione “Nuova Europa”. Assieme al taglio della sede, anche il “taglio degli stipendi dei Commissari e dei parlamentari e taglio delle agenzie europee inutili”. M5S propone di accrescere i poteri del Parlamento europeo, estendendo l’iniziativa legislativa anche all’organismo che ora può, si legge, solo emendare quanto viene inviato dalle commissioni. “Le prerogative del Parlamento europeo vanno allargate. Gli europarlamentari devono avere il potere di iniziativa legislativa ed è necessario istituire un vero e proprio sistema bicamerale con Parlamento e Consiglio che, dotati degli stessi poteri, siano sullo stesso piano”. Cavallo di battaglia anche in Europa, l’introduzione del referendum europeo: consultivo e abrogativo, per dare più voce ai cittadini. I costi dovrebbero essere sostenuti dalla stessa Ue, e dovrebbe essere istituito il voto elettronico sul modello estone.

BASTA AUSTERITY: BCE RIFORMATA

Lotta all’austerity, è il sesto punto del programma europeo di M5S: “Investimenti pubblici su istruzione, ricerca, sanità, sicurezza, infrastrutture fuori dai vincoli di bilancio”, più investimenti in ricerca e nuove tecnologie, più green economy e incentivi alle imprese sostenibili, e obiettivo piena occupazione cambiando il mandato della Banca centrale europea. “Il mandato della Banca centrale europea – si legge nel programma – è quello di assicurare che il tasso di inflazione di medio periodo all’interno dell’Unione europea sia inferiore e prossimo al 2%. L’ossessione per l’evoluzione dei prezzi come obiettivo principale non ha apportato alcun contributo alla crescita. La nostra proposta prevede che la crescita economica e la piena occupazione vengano inseriti tra gli obiettivi della Bce”.



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