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Padoan boccia la manovra, sarà di corto respiro

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A qualche mese da una manovra che si preannuncia estremamente delicata, l’ex ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, ora deputato Pd, che di Leggi di Bilancio ne ha firmate ben quattro, dice la sua sulla situazione delle nostre finanze pubbliche. E lo fa intervenendo sulla testata InPiù, diretta da Paolo Mazzanti. “Le domande che troneggiano nel dibattito sulla politica economica e sulla prossima legge di bilancio sono sotto gli occhi di tutti: dove si troveranno le risorse per evitare l’aumento dell’Iva e mantenere le promesse dei partiti di maggioranza? Di quanto si sforerà il deficit? Quale governo prenderà queste decisioni cruciali? Manca, in questa lista, una domanda almeno altrettanto importante: sarà una legge di bilancio di breve o di lungo periodo? Questo dipende, ovviamente dall’orizzonte temporale del governo”, scrive Padoan.

MISURE POCO STRUTTURALI

L’ex ministro accusa l’attuale esecutivo di scarsa lungimiranza nelle misure di politica economica fin qui messe in atto. Le quali possono in caso dare benefici nell’immediato ma non certo nel lungo termine. “Nel breve periodo prevale la logica del beneficio elettorale immediato e la considerazione, se non la consapevolezza, che le scelte che beneficiano veramente il Paese, in termini di crescita e occupazione portano risultati nel tempo. Nel periodo più lungo contano le scelte che privilegiano gli aspetti strutturali, la creazione di capitale, fisico, umano, immateriale. Contano anche misure che aggrediscano le cause più profonde della diseguaglianza e dell’esclusione economica e sociale. Che sostengano le famiglie e l’occupazione giovanile e femminile. Le misure introdotte dal governo hanno la caratteristica comune di non intaccare il quadro di lungo periodo o addirittura di produrre risultati negativi”.

REDDITO DI CITTADINANZA FLOP?

Più nello specifico, Padoan fa notare come il reddito di cittadinanza, creatura del M5S, non abbia suscitato quell’appeal che si pensava. “Le risorse per il reddito di cittadinanza sono risultate non utilizzate per una buona parte. Rimane forte il sospetto che chi ha un lavoro nel sommerso abbia preferito rinunciare al sussidio per non dover rinunciare al lavoro. Tutto da vedere l’impatto complessivo sul mercato del lavoro. Anche in questo caso nulla si è fatto di significativo per costruire un meccanismo di allocazione del lavoro, salvo avviare una nuova forma di lavoro temporaneo nella figura dei navigator”. E anche “Quota 100 promette di essere addirittura negativa sul lungo termine sia perché indebolisce il sistema previdenziale che con fatica le precedenti riforme avevano contribuito a stabilizzare, sia perché, come documenta l’Ocse, gli impatti sulla crescita potenziale sono visibilmente negativi”.

MENO FLAT TAX, PIÚ INVESTIMENTI

Capitolo fisco, forse il più delicato. Qui sotto accusa c’è la cosiddetta flat tax, rea di non dare al sistema industriale una spinta che invece arriverebbe con gli investimenti. “Le agevolazioni fiscali per le piccole imprese (la sbandierata flat tax) potranno portare al risultato perverso della diminuzione della scala di attività delle piccole imprese andando in senso contrario a ciò che serve all’industria italiana: l’aumento della dimensione, che come documenta una recente ricerca di Sergio De Nardis, è il principale fattore di produttività delle imprese. La leva di lungo periodo che servirebbe più di altre sono gli investimenti pubblici. Dopo quasi un anno di governo siamo ancora al palo. Gli investimenti sono frenati non solo dalla difficoltà di regole e norme che incentivano il contenzioso piuttosto che l’attuazione dei progetti, ma sopratutto dalla conflittualità politica (e ideologica) tra le forze di governo. Come sappiamo, il problema è solo in parte quello delle risorse. E’ soprattutto un problema di capacità di implementazione”.

UNA MANOVRA A RISCHIO

Conclusione di Padoan: “le forze politiche al governo non hanno né una cultura né una capacità di attuazione che si basi su una visione di lungo periodo del Paese. Ecco perché la prossima legge di Bilancio, se sarà questo governo a farla, sarà inevitabilmente di corto respiro. L’ironia della situazione è che una logica di medio lungo periodo, ammesso che sia credibile di fronte a mercati e istituzioni europee, avrebbe il vantaggio di allentare i vincoli di bilancio anche di breve periodo e riguadagnare, almeno in parte, le risorse dilapidate in un anno di governo, di annunci e di misure mal concepite”.

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