Per uscire dalla crisi climatica, economica e sociale e arrestare la marea dell’euroscetticismo e del populismo, l’Europa ha una sola scelta: puntare su un nuovo “Green Deal” che metta al centro l’ambiente e il problema dei cambiamenti climatici, puntando su un’economia de carbonizzata e circolare, ridisegnando la fiscalità in chiave “verde” (Iva differenziata, introduzione della carbon tax ed eliminando i sussidi alle fonti fossili) per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi del 2015 e rilanciando la cooperazione internazionale mettendo al centro il Mediterraneo e l’Africa. Non è un problema di risorse ma di scelte: l’Europa deve scegliere di eliminare i circa 200 miliardi di euro di sussidi alle fonti fossili e di cancellare i privilegi fiscali di cui godono le multinazionali.
Sono queste le proposte che Legambiente lancia in vista delle prossime elezioni europee, contenute nel volume “Un green new deal per l’Europa. Idee e sfide per rilanciare il progetto europeo”, a cura di Edoardo Zanchini e Mauro Albrizio per i tipi di Edizioni Ambiente.
A supporto delle proposte sono i numeri contenuti nel rapporto che indicano i passi avanti fatti dall’Europa in questi ultimi anni. La percentuale della popolazione occupata tra i 20 e i 64 anni è salita nel 2017 ad oltre il 72%; la spesa nazionale lorda per ricerca e sviluppo ha superato il 2%; la produttività energetica è arrivata all’8,5%; è diminuita la popolazione a rischio povertà al 22,4%; è cresciuto il riciclo di materia (dal 50% del 2010 al 53% del 2016); è cresciuta la quota di energia da fonti rinnovabili (oltre il 17% al 2017); sono diminuite le emissioni di CO2 del 22% tra il 1990 e il 2017.
“L’emergenza climatica – ha dichiarato Mauro Albrizio, Direttore dell’Ufficio Europeo di Legambiente – si può vincere solo se si avvia da subito una profonda trasformazione di tutti i settori dell’economia europea, da realizzare nei prossimi vent’anni e con un forte impatto sociale. Occorre mettere in campo un’Alleanza per il Green New Deal tra tutte le forze ambientaliste, sociali e imprenditoriali disposte a lavorare insieme per vincere la triplice sfida climatica, economica e sociale”.
Il volume presentato oggi a Roma vuole essere una contro narrazione all’interno del dibattito elettorale verso le elezioni di fine maggio che abbia al centro una diversa visione dell’Europa. Se il nostro Paese negli ultimi decenni ha approvato leggi ambiziose su rifiuti, depurazione, produzione di energia da fonti rinnovabili, riduzioni di emissioni di gas serra lo deve in primo luogo alle direttive promosse e approvate a Bruxelles. E proprio partendo da questo assunto che scaturiscono i due elementi fondanti l’economia decarbonizzata e circolare, con conseguenti benefici economici e sociali. Secondo un recente rapporto delle Commissione globale sull’economia e il clima, infatti, un’azione in linea con gli obiettivi di Parigi può far crescere l’economia mondiale di ben 26 mila miliardi di dollari, creare 65 milioni di nuovi posti di lavoro ed evitare 700 mila morti premature da inquinamento atmosferico entro il 2030.
“Non basta difendere quanto di straordinario fatto in questi anni – ha sottolineato Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente – Ora è tempo di rilanciare il progetto europeo e la chiave del clima è l’unica che permette di costruire un’idea di società e di economia capace di trovare le risposte nei nostri territori e nelle nostre città, come in quelle di tutti i Paesi del Mediterraneo. Dobbiamo alzare l’asticella degli obiettivi per essere il Continente che investe di più in istruzione, ricerca e cultura con progetti di cooperazione e circolazione degli studenti, come con gli Erasmus. E l’Italia, più degli altri, può trarne rilevanti benefici per il suo ruolo al centro del Mediterraneo”.