Sei anni di prigione e interdizione perpetua dai pubblici uffici, queste le richieste di Ilda Boccassini a carico di Berlusconi nel processo Ruby. Prevedibile ondata di sdegno pidiellina, presunti scricchiolii del governo. Tutto secondo copione. Ma in realtà, che cosa teme l’uomo di Arcore?
Di finire in galera no. Questo è evidente. Se mai dovesse arrivare una condanna definitiva, Berlusconi sarebbe ormai alla soglia degli 80 e con una condanna a pochi anni – non stiamo certo parlando di omicidi, strage o terrorismo – e tanti avvocati non farebbe un sol giorno a San Vittore.
Neanche si può pensare che tema di perdere il suo potere politico in caso di interdizione dai pubblici uffici. Basta guardare Grillo, che non è in Parlamento e comanda a bacchetta il suo battaglione di eletti. Insomma, qualcuno può immaginare Cicchitto che prende le distanze da Berlusconi solo perché non è più senatore?
Da escludere anche i timori di tipo patrimoniale. Anche qui, l’importante è che ci siano i suoi a presidiare la cabina di comando per evitare leggi che potrebbero fare danni alle aziende. Non è un caso che siano bastate poche settimane di larghe intese per far segnare alle principali società del gruppo rialzi nell’ordine del 30 per cento.
E allora torniamo alla domanda, di che ha paura Berlusconi? Forse teme di perdere un po’ d’amore. Forse teme di vedere intaccata quell’aura inarrivabile dell’uomo maturo sì, ma ancora circondato da giovani, belle donne, che potrebbero rivelarsi meno disinteressate di quanto lui voglia farci credere. E di quanto lui, in fondo in fondo, forse ma forse, voglia a sua volta credere.