Nuove accuse da parte degli Stati Uniti contro il il co-fondatore di Wikileaks, Julian Assange.
LE ACCUSE DEL DOJ
Il Dipartimento di Giustizia statunitense ha presentato 17 nuovi capi di imputazione a carico di Assange, tra cui quella di aver ricevuto e pubblicato illegalmente i nomi di fonti classificate. Washington inoltre accusa Assange di “pirateria informatica” in relazione alla pubblicazione nel 2010 di centinaia di migliaia di documenti confidenziali fra i quali i rapporti militari in Afghanistan e in Iraq oltre a note diplomatiche. Secondo gli Usa, il 47enne avrebbe collaborato con l’ex-intelligence analyst Chelsea Manning per ottenere l’accesso alla rete del Pentagono.
IL COMMENTO DI WIKILEAKS
“È la fine del giornalismo sulla sicurezza nazionale e del primo emendamento”, della Costituzione americana sulla libertà di parola, di stampa e di riunirsi pacificamente, ha commentato Wikileaks via Twitter. Il riferimento è al fatto che l’uomo è accusato anche di aver violato l’Espionage Act, una legge del 1917 ripetutamente emendata e che generalmente viene applicata per funzionari dell’amministrazione che divulgano materiale classificato.
FUTURO INCERTO
Assange attualmente è detenuto nel Regno Unito dove sta scontando una pena detentiva di 50 settimane per aver violato le condizioni del suo rilascio in libertà vigilata. È stato arrestato dalla polizia britannica ad aprile quando i rapporti con l’ambasciata che lo ospitava sono peggiorati e l’Ecuador gli ha revocato l’asilo politico nell’ambasciata di Londra, dove aveva cercato rifugio dal 2012 per le accuse di aggressione sessuale in Svezia. Assange rischia l’estradizione negli Usa e fino a 170 anni di carcere.