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Il voto ad ottobre non spaventa i mercati che vogliono stabilità. Parola di Longo (IG Group)

Che succederà lunedì? Il voto sarà in grado di cambiare gli scenari europei e, soprattutto, quelli italiani. I mercati sembrano nervosi, stretti tra le variabili Brexit con l’annuncio delle dimissioni della premier Theresa May e la guerra dei dazi tra Stati Uniti e Cina, a questo bisogna aggiungere la “variabile Italia” con la situazione politica che potrebbe cambiare molto rapidamente. “I mercati hanno bisogno di stabilità – spiega a Formiche.net Vincenzo Longo, market strategist per IG Group, specializzato nell’analisi tecnica e fondamentale dei mercati finanziari in equity, forex, bond e commodity – visto che il sistema di voto per le Europee è proporzionale avremo una fotografia chiara delle forze politiche e la probabilità di tornare alle urne in ottobre sarà tanto più alta quanto il centrodestra unito si avvicina al 50%”.

Ma così non si rischia il caos proprio sui mercati?

Inizialmente sì, ci sarebbe una tensione evidente. Ma l’ipotesi di andare subito alle urne non potrebbe essere poi così negativa. L’eventualità di avere un governo più solido potrebbe essere apprezzato dagli investitori. Insomma ci sarebbe un po’ di speculazione iniziale ma poi la prospettiva di un esecutivo stabile potrebbe aiutare anche la discesa dello spread.

Insomma ancora una volta sarebbero i mercati a dettare legge?

Non sto dicendo questo, per carità. Ma adesso abbiamo un governo che continua a battibeccare ogni giorno su ogni singolo tema, tutto questo agli occhi degli investitori viene visto come un quadro di instabilità e di certo non aiuta i nostri titoli di Stato che vengono sì venduti ma con un rendimento sempre maggiore, ciò significa che stiamo pagando sempre più interessi, risorse che vengono sottratte alla crescita.

C’è una soglia per il differenziale tra i btp e i bond che significherebbe allarme rosso?

La soglia base che metterebbe in allarme gli operatori è quella dei 400 punti base e non siamo molto distanti se consideriamo che a balzi di 30 punti al giorno, se la situazione sfuggisse di mano, arriveremmo a questa soglia anche nell’arco di una settimana.

Bisogna stare allerti?

Sì, non bisogna rilassarsi: 400 è una soglia importante perché poi le difficoltà si scaricherebbero sugli istituti finanziari con la peggiore qualità degli attivi, in questo caso i Btp che si ritrovano in portafoglio. E poi bisogna considerare le condizioni di deterioramento del credito che si riverserebbe sulle famiglie e le imprese per finanziamenti o mutui. Questo potrebbe poi spingere le agenzie di rating a rivedere anche il nostro giudizio con ripercussioni a cascata.

Ma non c’è un piano B?

Potrebbe essere quello che sulla base del contratto il governo Lega e M5S continui ad andare avanti, magari rimaneggiando qualcosa. Quello che è chiaro è che l’Italia è un po’ l’anello debole dei mercati e quindi la mancata solidità politica è una pecca che si sconta amaramente se consideriamo che in un anno lo spread è passato da 130 punti base agli attuali 270. Fino a quando le finanze pubbliche potranno reggere?

E c’è anche una manovra economica da preparare…

Con le clausole di salvaguardia e le risorse per fare la flat tax promessa dalla Lega. Tutto questo forse lo potrebbe portare avanti un governo più stabile, nell’area del centrodestra, con una maggioranza più naturale. Ma lo sapremo solo dopo le elezioni.


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