Luigi Di Maio è ormai impresentabile, dovrebbe assumersi la responsabilità della pesantissima sconfitta del Movimento 5 Stelle e fare un passo indietro per aprire una riflessione all’interno del suo partito. Ma non lo farà. Aldo Giannuli, politologo un tempo vicino ai 5 Stelle (e vicino a Beppe Grillo) non risparmia critiche al leader del Movimento, grande sconfitto delle elezioni europee che si sono tenute domenica. Il 17% dei consensi “è il disastro che neanche il peggiore dei sondaggi aveva previsto”, spiega il professore, secondo cui il partito fondato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio andrà a sbattere contro il muro che, con le sue stesse mani, ha creato. E Salvini? “Ha vinto, ma se fossi in lui chiedere elezioni domani”.
Professore, cosa pensa del risultato di queste elezioni?
Sono 10 anni che si verifica regolarmente un fenomeno: il partito che tocca il picco del suo consenso nel giro di pochi anni sfracella al suolo. È successo a Berlusconi che nel 2009 aveva il 35% dei voti e nel 2013 è sceso al 21, poi si è dissolto; è successo a Renzi che aveva quasi il 41% nelle europee di 5 anni fa e nel giro di pochi anni è sceso al 18%; oggi succede al Movimento 5 Stelle che dimezza i voti. Anche per questo io non sono affatto convinto che la Lega abbia di che gioire più di tanto.
Cosa intende?
Si qui la Lega ha avuto il tempo facile: ha avuto i 5 Stelle che li hanno ripescati dandogli un’alternativa all’alleanza con Berlusconi e portandoli al governo, hanno avuto la possibilità di fare la sceneggiata sui migranti, si sono avvantaggiati della decadenza, a pezzi, di Forza Italia. Insomma, hanno cavalcato tigri come la legittima difesa che li hanno rafforzati, ma adesso comincia il tempo meno felice.
Durante il discorso subito dopo la certificazione del successo della Lega Salvini ha detto che “ci aspetta un periodo economico complicato”. Lo ha riconosciuto anche lui…
Intanto con i voti che hanno preso c’è l’aspettativa della flat tax e non so dove piglieranno i soldi per farla. L’aumento dell’Iva è inevitabile, e sarà una disgrazia e la flat tax, malgrado le aspettative, è lontana come la Luna. Salvini non ha ancora considerato che in autunno l’Europa ci tratterà male, perché non è diventata, dopo il voto, quella che lui ha sperato. Le agenzie di rating ci massacreranno, senza neanche pensarci con effetti sullo spread, interessi sul debito. Non è che si prepari un tempo felice.
Se fosse in Salvini, con queste percentuali indiscutibilmente alte, cosa farebbe?
Io al posto suo andrei a votare domani. Lui non lo farà, e probabilmente sbaglierà perché entro un anno il vento cambia.
Passando invece all’altra metà del governo, il Movimento 5 Stelle. Il risultato, 17%, è al di sotto delle aspettative. La leadership di Di Maio, a questo punto, è a rischio?
È il disastro che neanche il peggiore dei sondaggi aveva previsto. Non credo che la leadership di Di Maio sia a rischio, ma c’è da dire che se Di Maio fosse una persona seria assumerebbe le responsabilità del fallimento che è tutto suo, tutta la serie di errori, dalla formula di maggioranza alla scelta dei ministri alla incompetenza dimostrata, per non dire i singoli episodi come quello della Diciotti, sono tutti disastri che ha combinato lui. L’ultimo mese in cui si è imputato sulla questione Siri, ecco da lì in poi non è valso a riscattare un anno di disastri. Se fosse una persona seria si dimetterebbe e si aprirebbe una discussione nel Movimento sul “come ne usciamo?”.
Ma…?
Ma Di Maio non è una persona seria. Si è blindato con regole ad personam, i suoi oppositori, diciamo la verità, sono abbastanza inconsistenti, per cui rimarrà e questo condannerà il Movimento alla disintegrazione.
Si è parlato tanto dei così detti ortodossi del Movimento. Da loro non potrebbe partire una richiesta di autocritica?
Lei è molto giovane quindi non so se si ricorda Fonzie. Quando Fonzie doveva dire “Ho sbagliato” non riusciva a dirlo perché gli si legava la lingua. Di Maio è il Fonzie dei giorni nostri, non sa che cosa significhi la parola autocritica. Gli altri, chi sono? Di Battista ha perso presa sul Movimento, perché quando non ti candidi alle politiche, torni e prometti di fare la campagna elettorale e non la fai, non di candidi e te ne vai in India, la disfatta viene massa anche sul tuo conto, per assenza.
E Grillo?
Beppe è una persona generosissima, lo conosco, però è un uomo sui 70 anni, stanco, che ha già fatto un’altra volta il passo indietro ed è ritornato e poi ha rifatto il passo indietro. Allo stato attuale potrebbe essere il king macker di qualcun’altro, ma sarebbe comunque una minestra riscaldata.
E Davide Casaleggio?
Davide lo conosco bene. È un ragazzo molto intelligente, bravo, ma bravo come imprenditore. Politicamente ha fatto l’errore catastrofico di lasciare tutto nelle mani di Di Maio e quindi oggi non può presentarsi come alternativa o tenere a battesimo un’alternativa. E poi Fico, per carità, è un’ottima persona e sarebbe forse la più indicata, ma non credo che abbia un grandissimo seguito nel Movimento e poi è incollato al suo ruolo istituzionale. Il presidente della Camera non può mettere a fare il capo corrente.
Quindi?
Quando un movimento politico si riduce a non avere alternativa al capo del momento, è un movimento morto. Devi sempre avere un’alternativa, un piano b, un segretario b, se non ce l’hai sei finito. Dopo Caporetto, hai dovuto cambiare lo Stato Maggiore e il comandante in capo, non fosse altro che per ragioni psicologiche, perché se lasci il generale lì dov’è cosa significa? Che hai perso per colpa dei soldati e la sconfitta, a prescindere, era inevitabile. Quando perdi, devi cambiare il generale, ma questo loro non lo capiranno e per questo andranno a sfasciarsi contro il muro. Se uno se lo va a cercare…
Ma a Di Maio non ci sono alternative, come a detto anche lei…
Se prendessero il primo che passa per strada andrebbe comunque meglio. Immaginiamo che i 5 Stelle vogliano aprire un dialogo col Pd: ci mandano Di Maio? Nessuno accetta di parlarci. Una faccia nuova potrebbe, preso anche a caso o estratto alla lotteria di capodanno, potrebbe essere presentabile. Di Maio ormai è impresentabile.