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Salvini arruola Di Maio e sfida Conte-Mattarella sui conti

ADDIO CONFLITTUALITA’

E venne il giorno della rappacificazione. I duellanti – Matteo Salvini e Luigi Di Maio – tornano a parlarsi dopo settimane a dir poco conflittuali. E, come il passato recente non fosse mai esistito, trovano una linea comune. Una linea tutt’altro che arrendevole, o sulla difensiva, che annuncia battaglia politica nei confronti di Bruxelles e quindi una presa di distanza nei confronti del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Il cui tandem, di fatto, è stato ufficializzato con la conferenza dell’altro giorno del numero uno di Palazzo Chigi.

E proprio a Palazzo Chigi si sono incontrati i due vicepresidenti del Consiglio. Salvini e Di Maio hanno un accordo nella difesa della posizione che più di tutte li ha tenuti assieme. Una delle frasi chiave della nota congiunta è quella relativa a riavviare un dialogo costruttivo con l’Europa che rimetta al centro ”dopo anni di governi passivi gli italiani”.

MAI PIU’ PASSIVI IN EUROPA

Governi passivi. Sì al dialogo con Bruxelles ma non più – secondo i due, ovviamente – in posizione supina, subalterna. Salvini arruola il suo ex nemico, compatta d’improvviso la coalizione, e difende la politica economica del governo. Oppone, sia a Roma sia a Bruxelles, la compattezza della maggioranza. Maggioranza che, sia pure con pesi diversi, non è arretrata dopo un anno di governo. Sono cambiate solo le posizioni di Lega e M5S ma la somma è persino cresciuta. Spazzate via le incomprensioni e la belligeranza, il governo italiano lancia una doppia sfida. A Bruxelles ma anche a Quirinale e a Palazzo Chigi.

Alle obiezioni altrui, i due oppongono i risultati di questi mesi di governo. “I maggiori incassi dell’Irpef e dell’Iva quasi dell’8 per cento e la diminuzione della disoccupazione rispetto al 2018 nei primi quattro mesi di quest’anno ci dicono che siamo sulla buona strada”. Quindi nessun aumento delle tasse. Nessuna retromarcia sulla direzione del governo. Anzi. Per Di Maio e Salvini “il governo deve andare avanti”. La litigiosità è già un lontano ricordo. La strana alleanza ha ripreso quota e detta l’agenda.

DRAGHI

Proprio nel giorno in cui il presidente della Bce Mario Draghi ha dichiarato: “la Commissione europea ha concluso che l’Italia deve ridurre il rapporto debito/Pil e il governo italiano presenterà un programma di riduzione di medio termine. Non credo che verrà chiesto un rapido calo del debito che non è possibile, sarà un piano di medio termine che però deve essere credibile. Credo che questo sia quello che tutti si aspettano”. Tutti ma non Salvini e Di Maio.

Draghi ha anche espresso forti perplessità nei confronti dei minibot: “O sono valuta, e quindi sono illegali, oppure sono debito, e dunque lo stock del debito sale. Non credo ci sia una terza possibilità, la lettura che le persone e i mercati danno di questi minibot non sembra essere molto positiva”.



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