“Sono indignato: mai più si parli di Gianni in modo volgare, calunnioso e stupido. Va restituita la pienezza del ruolo che ebbero Gianni De Michelis e il Psi. Contribuirono a rafforzare la politica estera della Repubblica italiana”. Panama in testa, passo incerto, il quasi novantaquattrenne Presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, viene aiutato per salire i gradini del palco della sala Koch del Senato. La molla che ha indotto l’animo di Napolitano ad impegnare tutte le sue energie fisiche è da lui stesso spiegata.
Fu lo stesso Napolitano, dopo avere letto ciò che si scrisse un mese fa sulla morte di De Michelis, ad incontrare Pier Ferdinando Casini per chiedere di riparare un torto. Ad un mese esatto dalla morte, Casini ottiene dalla presidente del Senato, Elisabetta Casellati, la prestigiosa sala Koch di Palazzo Madama. Giuliano Amato, giudice della Corte Costituzionale, tiene una vera e propria lectio magistralis: “De Michelis firmò con Andreotti e Carli nel 1992 il Trattato di Maastricht, ma lui già nel 1990 scrisse un documento con il ministro degli Esteri tedesco Genscher, in cui intuirono che l’unione monetaria avrebbe avuto difficoltà senza unione politica. Quando si tratta di riforme istituzionali dell’Europa, la Francia è sempre stata più sovranista di Germania e Italia. Il lunedì nero dell’Europa si consumò il 30 settembre 1991 quando il Consiglio europeo decise di adottare l’impianto tripolare: Bce e moneta unica, politica estera intergovernativa, terzo polo per sicurezza, difesa e giustizia. De Michelis avrebbe preferito un impianto unipolare e con lui la Commissione Ue che intravide ‘rischi di disintegrazione’. Maastricht, come tante vicende umane, mise insieme il bene e il male. Fu un bene creare l’euro e la Bce, ma fu inadeguato non creare istituzioni Ue in politica economica e fiscale. L’unilateralismo con politiche finanziarie autoritarie crea conseguenze drammatiche nei Paesi in via di risanamento. A distanza di anni, i Governi europei hanno più volte scritto documenti a favore dell’unione politica. Sarebbe ora di dare ragione a De Michelis con i fatti e non solo con le celebrazioni”.
“La sua azione dalla Farnesina diede oggettivamente forza alla nostra diplomazia, con quel piglio deciso che probabilmente gli derivava dalla sua formazione accademica. Strenuo difensore dell’interesse nazionale, mai incline però a retoriche nazionaliste, diventerà protagonista proprio laddove la presenza di altri grandi protagonisti della politica nazionale del XXesimo secolo ne avrebbe in teoria in qualche modo potuto limitare il raggio d’azione”. Ha detto Casellati parlando del ministro degli Esteri Gianni De Michelis, durante il convegno dedicato all’ex parlamentare socialista. Casellati ha sostenuto come sia “giusto e doveroso” un “momento di approfondimento sull’azione politica e istituzionale di un uomo che ha contribuito per decenni alla vita democratica del Paese”. Casellati ha ricordato le parole che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha tributato al ricordo di Gianni De Michelis lo scorso 11 maggio: “Le sue intuizioni e il suo impegno sulla vicenda europea, dei Balcani, del Medio Oriente e del Mediterraneo, hanno consolidato il ruolo internazionale dell’Italia e contribuito alla causa della pace e della cooperazione internazionale”. Ho voluto anteporre a questo saluto le dichiarazioni del Presidente Mattarella perché a mio avviso rendono giustizia, in particolare in politica estera, al pensiero e all’attività di Gianni De Michelis”.
Per Formiche.net era presente Umberto Pizzi. Ecco le sue foto.
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