Un’industria in salute che però sconta problemi cronici, se il Paese in questione è l’Italia. Per esempio la burocrazia lumaca. La carta italiana, che questa mattina ha riunito i suoi principali rappresentanti al quinto piano del Palazzo Generali di Piazza Venezia, sede dell’associazione Civita, in occasione dell’assemblea annuale di Assocarta, lancia un monito alla politica italiana. Il settore è pronto ad accollarsi gli investimenti necessari a patto che siano messe in campo regole per chiudere il percorso del riciclo e per equiparare il prezzo del gas in Italia a quello di altri Paesi. All’assise dell’associazione di categoria facente capo a Confindustria, hanno partecipato Francesco Vetrò Presidente Gse, Stefano Laporta Presidente Ispra, Massimo Beccarello vicedirettore Ambiente Energia Confindustria e Stefano Ciafani presidente Legambiente, che si sono confrontati in una tavola rotonda sul tema Carta cultura circolare.
L’ITALIA DELLA CARTA
Stannto ai numeri di Assocarta, l’Italia nel 2018 si conferma quarto produttore di carta in Europa, con più di 9 milioni di tonnellate generate per il 57% (tasso di circolarità) con carta da riciclare. Ma nel comparto imballaggio tale tasso già raggiunge l’80% centrando il nuovo obiettivo di riciclo della direttiva comunitaria, ancora da recepire. La carta è, inoltre, la frazione più raccolta tra i rifiuti urbani, dopo l’organico e dà un contributo fondamentale alla gestione dei rifiuti e all’Economia Circolare del Paese. Quanto al business, il settore cartario chiude il 2018 con 7,7 miliardi di fatturato (+4,2% 2018/2017) e 9,1 milioni di produzione (+0,1%). Buon trend per gli imballaggi e le speciali, stabili le carte igienico sanitarie, in riduzione le carte grafiche. La quota di produzione nazionale destinata ai mercati esteri, scende dal 44,7% (2017, massimo storico), al 42,7%, con una tendenza analoga per tutte le tipologie, ad eccezione dell’export di carte per usi igienico-sanitari (+3,1%).
Nel dettaglio, scendono le carte grafiche, mentre rimangono stabili le carte igienico sanitarie e cresce ancora l’imballaggio ma su livelli inferiori rispetto all’anno passato. Intanto negli ultimi mesi stanno scendendo i prezzi delle cellulose: tenendo dicembre 2016 con i suoi 650 dollari come riferimento, siamo passati dai 1050 di novembre (+400 dollari) ai 930 dell’aprile scorso (+280 dollari sopra le quotazioni 2016). Un livello comunque elevato anche se in riduzione.
TRA ECONOMIA CIRCOLARE…
Fin qui i numeri di un’industria che negli anni ha resistito all’urto della crisi. Ma non basta, serve il classico salto di qualità. Chiesto espressamente dal presidente di Assocarta, Girolamo Marchi, nella sua relazione. “La carta è un esempio di bio-economia circolare in quanto rinnovabile e riciclabile ma è anche espressione di una cultura che porta i nostri imprenditori a investire il 5,9% del fatturato sul territorio, incidendo sullo sviluppo ambientale e sociale del nostro Paese. Oggi è inconcepibile raccontare che l’Italia è pur sempre il secondo Paese manifatturiero in Europa e poi, di fatto, bloccare gli investimenti. Progetti concreti di economia circolare diventano ostaggi di una burocrazia senza un fine. Non solo non si riescono a recuperare gli scarti del riciclo, ma neanche ad aumentare il riciclo della carta. Non siamo nelle sabbie mobili…ma nelle sabbie immobili”. Secondo Marchi “il settore cartario che in passato è riuscito a contenere gli effetti della crisi e che sta cercando di costruire delle strategie di rilancio si trova a combattere contro due problemi: il più alto costo del gas e la mancanza di impianti di recupero per la gestione degli scarti del riciclo”.
In tal proposito, è la prima richiesta di Assocarta, “riteniamo urgente l’attuazione dei principi del pacchetto sull’economia circolare, mantenendo l’impianto del decreto legislativo 152/2006 per quanto riguarda i sistemi di responsabilità del produttore (Conai/Comieco) e prevedendo misure concrete per recuperare gli scarti del riciclo, quale una cabina di regia tra amministrazioni e ministeri competenti e l’obbligo di considerare gli stessi nella programmazione territoriale in quanto rifiuti del tutto assimilabili a quelli urbani sotto il profilo tecnologico. Il prossimo varo di un EoW (End of Waste) carta che migliori l’attuale sistema Materie Prime Secondarie.
…E GAS
C’è però un altro problema oltre a quello dell’economia circolare e riguarda l’energia. Come ha fatto notare lo stesso Marchi, “l’industria della carta è energivora e utilizza il gas, il migliore combustibile in assoluto, con prezzi superiori del 15% a quello dei concorrenti esteri. Secondo una rilevazione della Associazione europea di categoria i primi 5 Paesi utilizzatori di gas naturale in Europa (tra cui l’Italia) immettono nel mercato il 70% di carta riciclata e, se lo estendiamo ai primi 7, la percentuale sale all’83%. Il gas ha quindi anche un ruolo fondamentale nell’economia circolare della carta”. Dunque, “chiediamo al governo di intervenire per ridurre questo spread e agire sulle componenti parafiscali che via via aumentano. A livello europeo e nazionale è urgente l’azzeramento del gap di prezzo del gas tra Italia e Europa, sia attraverso il definitivo varo del meccanismo di riduzione degli oneri parafiscali sia con l’ampliamento delle interconnessioni con il Nord Europa e i Balcani”.