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Mille impianti per zero rifiuti. Le proposte di Legambiente

Necessari mille nuovi impianti di riciclo per raggiungere l’obiettivo rifiuti zero in discarica: è questa la proposta presentata nel corso delle due giornate dell’Ecoforum sull’economia circolare dei rifiuti, organizzato a Roma da Legambiente e Kyoto Club, in collaborazione con il Conai (Consorzio Nazionale Imballaggi) e il Conou (Consorzio per il recupero degli oli minerali). Resta ancora una forte disparità in Italia tra impianti di smaltimento e riciclo: secondo i dati Ispra (l’Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale) sul territorio nazionale, nel 2017, erano attive 383 discariche a fronte di 1700 di impianti di tutta la filiera del riciclo, afferenti ai principali consorzi del Sistema Conai (Corepla per la plastica, Comieco per la carta, Coreve per il vetro, Ricrea per l’acciaio, Cial per l’alluminio, Rilegno per il legno), la frazione organica dei rifiuti (Cic, Consorzio Italiano Compostatori), la raccolta degli oli minerali usati (Conou). Il rapporto 4 a 1 tra gli impianti di riciclo e quello delle discariche è assolutamente inadeguato perché il nostro Paese possa far fronte alle sfide dell’economia circolare, le cui direttive dovranno essere recepite nell’ordinamento nazionale entro luglio 2020.

IL MONOPOLIO DELLE DISCARICHE

“Il nostro Paese deve archiviare definitivamente la stagione del monopolio delle discariche – ha dichiarato il Presidente di Legambiente Stefano Ciafani – ma per farlo occorre concretamente e su tutto il territorio nazionale deve utilizzare la leva economica e costruire la leva impiantistica. È arrivato il momento di cambiare la legge sull’ecotassa per lo smaltimento in discarica per tartassare questo vecchio sistema di smaltimento dei rifiuti, ma è fondamentale anche costruire nuovi impianti di riciclo spesso osteggiati come se fossero impianti inquinanti”.

IL RICICLO

Tra le priorità emerse all’Ecoforum ci sono la realizzazione, in ogni regione, degli impianti necessari per il recupero di materia e il riuso dei rifiuti; l’approvazione dei decreti End of Waste per semplificare il riciclo; l’obbligatorietà per tutti i Comuni dell’applicazione della tariffa puntuale; l’applicazione di una nuova ecotassa più elevata per il conferimento in discarica; la costruzione di un mercato dei prodotti riciclati, rispettando l’obbligo da parte delle Amministrazioni pubbliche dell’obbligatorietà dei criteri ambientali minimi nelle gare d’appalto; il potenziamento dei controlli pubblici.

LA GESTIONE DEI RIFIUTI IN ITALIA

“La gestione dei rifiuti in Italia – secondo il vice presidente di Kyoto Club Francesco Ferrante – sta diventando paradossale. Ci sono zone e città del nostro Paese, a partire dalla Capitale, in cui non si riesce nemmeno a togliere i rifiuti urbani dalle strade e invece l’innovazione tecnologica e le esperienze realizzate in altri territori, si pensi all’esempio positivo di Milano, sono lì a dimostrare che una gestione intelligente può trasformare il problema-rifiuti in risorsa e che recuperare materia è possibile e conveniente”. D’altronde gli italiani chiedono produzioni e prodotti green e sono pronti a fare la loro parte: il 70% degli italiani è interessato ai temi della sostenibilità. E per le aziende questo fattore diventa la chiave per ridurre i costi, aumentare profitti e occupazione, e competitività sul mercato. Lo certifica una ricerca dell’Istituto Ipsos, presentato nel corso dell’Ecoforum.

ITALIA PAESE VIRTUOSO

Che l’Italia sia uno dei paesi più virtuosi (se non il più virtuoso) in tema di riciclo, lo dimostra il sistema del recupero dei rifiuti di imballaggio. “L’Italia – ha ricordato Giorgio Quagliuolo, presidente del Conai – è uno dei Paesi che l’Europa indica fra i più vicini agli obiettivi di riciclo previsti al 2030. Nel 2018 sono stati recuperati 10 milioni 700 mila tonnellate di rifiuti di imballaggio, l’81% di quelli immessi al consumo. È evidente che il sistema funziona, nonostante il nostro Paese viaggi a tre velocità per quanto riguarda la raccolta differenziata. Per questo Conai continuerà a lavorare soprattutto sulle aree del sud, attualmente le più in ritardo. E in questo l’Accordo quadro Anci-Conai continua a rivelarsi uno strumento fondamentale”.

LE PAROLE DEL MINISTRO COSTA

E sul rinnovo dell’Accordo Quadro ha espresso il suo consenso anche il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, dicendosi convinto che una raccolta differenziata di qualità aiuta il riciclo, senza creare eccessivi scarti di lavorazione. “Il sistema italiano dei Consorzi è un esempio di eccellenza non soltanto a livello europeo, ma planetario e i numeri lo stanno a dimostrare. Sono d’accordo con chi sostiene che occorre riformare i consorzi, ma con una riforma condivisa con gli operatori. E le nuove direttive europee in corso di recepimento costituiscono la base per cambiare insieme. Per quanto riguarda, poi, il tema dell’economia circolare è così presente nella politica ambientale del ministero che proprio alcuni giorni fa ho presentato in Consiglio dei Ministri un provvedimento per la riorganizzazione del ministero che prevede, tra l’altro, la costituzione di una direzione generale ad hoc, con una task force che dovrà occuparsi esclusivamente di queste problematiche”.

L’ACCORDO TRA CIC E COREPLA

Nel corso di Ecoforum è stato presentato, proprio nell’ottica dell’implementazione dell’economia circolare, un accordo tra il Consorzio Italiano Compostatori (CIC) e Corepla, il Consorzio per il recupero dei rifiuti di imballaggi in plastica. L’obiettivo è di migliorare la qualità della raccolta differenziata del rifiuto organico e plastico attraverso un monitoraggio della presenza di imballaggi in plastica e bioplastica compostabile negli impianti di riciclo organico. L’analisi sarà effettuata sulle 80 aziende consorziate CIC con circa 100 impianti. “Il compost che si ottiene dal trattamento dei rifiuti organici rappresenta un fertilizzante naturale che migliora la qualità dei suoli e permette di rinunciare ai prodotti chimici di sintesi”, ha detto il nuovo Presidente del CIC, Flavio Bizzoni

“Con questo accordo, ha aggiunto Antonello Ciotti, presidente di Corepla, intendiamo favorire le attività di ricerca, monitoraggio e informative per verificare il corretto conferimento degli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile presso gli impianti di trattamento della frazione organica. Sola una corretta modalità di conferimento permette un riciclo di qualità sia per le plastiche tradizionali che per le compostabili”.



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