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Così Putin ricorda a Salvini l’amicizia fra Lega e Cremlino

Il presidente russo Vladimir Putin arriva oggi in Italia con un messaggio — messo per iscritto in op-ed per la Stampa — per Matteo Salvini, “ricordati della nostra amicizia”. Il russo cerca il leader leghista per tre ragioni: la prima è che attualmente è il politico che riesce a veicolare le dinamiche di governo, e lo stesso potrebbe valere almeno per il prossimo futuro; la seconda riguarda i rapporti storici della Lega con Mosca, dove ha un accordo politico con il partito putiniano Russia Unita; terza, Salvini ha allentato su alcune vecchie ambiguità filorusse e in questa fase è il principale elemento di contatto con la Washington di Donald Trump nel governo italiano, ma Putin non vuole farlo sgusciare via.

E Trump è un grande tema di fondo. Putin dice in un’intervista al CorSera di essere pronto a resettare i rapporti tra Russia e Stati Uniti, e di aver parlato fondamentalmente di questo nel suo colloquio con Trump al G20. Se c’è un ruolo che l’Italia può avere in questa partita a scacchi globale è giocare di doppia sponda. Non poco comunque. E Roma può avere margini in queste dinamiche fondamentali nella grande strategia americana  — l’avvicinamento alla Russia per non farla slittare in mano cinese — ma a patto di seguire il percorso Usa.

Washington monitora la situazione con massima attenzione. Non gradisce scatti in avanti, per esempio sul tema della sanzioni post-Crimea. Concetto che Salvini sembra aver compreso: il suo governo ha rinnovato già per tre volte le misure, votando compatto con l’Ue anche pochi giorni fa, e l’argomento è uscito dalla retorica del leghista. D’altronde davanti ha gli Stati Uniti, che sono impegnati anche in questi giorni in esercitazioni militari sul Mar Nero con cui marcare presenza in un bacino russo e mostrare vicinanza a Kiev sul dossier contro Mosca e separatisti del Donbas. Salvini s’è esposto in passato, e definisce l’argomento sanzioni uno dei punti su cui “non la vede come gliUsa”, ma pare aver trovato spazi in cui muoversi senza intralciare le dinamiche generali.

Putin al Corriere della Sera ha detto che vorrebbe “abolire le contro-sanzioni” alzate in rappresaglia cinque anni fa per colpite i settori civili del mercato italiano — mentre le sanzioni Ue a cui Roma ha aderito riguardano il mondo della tecnologia e dell’industria militare. “L’Occidente ha perso, e lancia guerre economiche”, è invece il titolo emblematico nel suo intervento sul quotidiano di Torino. Nel  barrage mediatico che fa da apripista agli incontri odierni sostanzialmente rimarca un concetto già affidato al Financial Times giorni fa: le democrazie liberali perdono terreno perché “il sistema non funziona”. Secondo Putin, “la globalizzazione è in ritirata, occorre tutelare maggiormente le sovranità nazionali”.

Arriva in Italia con un messaggio in bottiglia per l’amico Salvini, tratta temi cari al leghista, ma in fondo anche al trumpismo. Punti di contatto che vanno gestiti però con delicatezza, anche perché il capo del Cremlino si spinge fino a contestare (col vittimismo di un paese che psicologicamente si proietta come una potenza, ma un’economia più piccola della California) il sistema storico globale. Ha messo i Paesi occidentali in “una posizione esclusiva, di vantaggio, ne garantiva in partenza la leadership”, dice. Alterare questo concetto però non è affatto l’obbiettivo della Casa Bianca, anzi il confronto con la Cina serve come riaffermazione, e dunque difficile che il ravvicinamento passi da qui. Poi pungola Washington anche su argomenti come il fronte anti-Huawei — mentre gli americani chiedono agli alleati escludere la ditta di Shenzen dal mercato, Mosca ha firmato un accordo per fargli sviluppare il sistema 5G nei giorni dell’ultimo incontro tra Putin e Xi Jinping. O ancora il Nord Stream 2, pipeline che porterà gas russo in Europa via Germania: “Il sistema rispecchia gli interessi nazionali di tutti i partecipanti, sia europei che russi”, ma non rientra nella logica “di coloro che, nel quadro universalistico esistente, si sono abituati all’esclusività e allo strapotere”. Washington ha alzato i toni sull’infrastruttura rimproverando Berlino, formalmente perché la ritiene un’ulteriore penetrazione russa in Europa — fisica come i gasdotti sono. Ma il dossier geopolitico è più complesso, e ci rientra il timore che la Germania e la Russia egemonizzino il continente eurasiatico.

Il presidente russo conferma anche la nota amicizia personale con Silvio Berlusconi, che però si è saldamente posizionato contro i populisti/sovranisti nella sue missione Ue, e sottolinea che non è mai stata sua intenzione interferire nei processi democratici degli altri paesi, a cominciare dagli europei. Messaggio che richiama al Russiagate, alle varie denunce sul ruolo che Mosca ha tentato di svolgere per muovere clandestinamente le trame di alcune votazioni. In Francia per esempio, ma è un argomento non nuovo nemmeno in Italia, che si ricollega a quell’amicizia tra Lega e Russia Unita.



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