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Cipro raddoppia: nuove perforazioni nella Zee. Ma Erdogan attacca

Tensione altissima nel Mediterraneo orientale. Mentre la nave turca Yavuz arriva al largo di Karpasia, nonostante tutte le avvisaglie politiche e giudiziarie giunte ad Ankara da Washington, Bruxelles e Nicosia, Cipro annuncia altre trivellazioni nel prossimo biennio. Obiettivo da centrare il 40% del fabbisogno europeo. Ma la tensione in quel fazzoletto di acque resta altissima.

QUI CIPRO

Cipro raddoppia: altre 5 nuove perforazioni nella Zee da realizzare nei prossimi 24 mesi. Obiettivo è centrare il 40% del fabbisogno dell’Ue e, visti i numeri dei giacimenti di gas, si tratta di una meta ampiamente alla portata. Un risultato che consoliderebbe il ruolo di Nicosia come macro player del dossier energetico e nuovo gas hub per l’intero mare che abbraccia due quadranti strategici come quello euromediterraneo e quello mediorientale.

La mossa di Nicosia ha l’obiettivo da un lato di proseguire nello sfruttamento “internazionale” del mega filone individuato nel Mediterraneo orientale e dall’altro di confermare un ruolo cipriota di principale interlocutore della macro regione, supportato da Usa, Israele e Egitto in chiave anti Ankara. L’annuncio delle nuove attività è giunto direttamente dal regista dell’intera operazione legata al gas, ovvero il ministro cipriota dell’Energia Giorgos Lakkotrypis, in occasione del meeting annuale promosso dall’Economist ad Atene: “È una scoperta molto importante che ci aiuterà a procedere alla creazione di un corridoio energetico che collegherà i Paesi produttori con i Paesi consumatori e dei trasporti”, ha precisato.

CRISI DEL GAS

Mentre il ministro spiegava alla stampa internazionale quale sarebbe stata la postura cipriota sul dossier energetico, la seconda nave perforatrice turca giungeva al largo di Karpasia nei pressi di Rizokarpaso, a sole 8 miglia dalla spiaggia “Gold Coast”, con tanto di fotografia pubblicata dai media turchi. Uno schiaffo in piena regola a poche ore dalla reazione dell’Ue. Due giorni fa il Consiglio degli affari esteri ha decretato una serie di misure contro il governo Erdogan, come il blocco degli investimenti della Bei e lo stop all’accordo sul trasporto aereo che avrebbe potuto far calare i prezzi dei biglietti per la Turchia. Ma il governo di Ankara, così come fatto nella partita con gli Usa per gli F-35 e per il sistema S-400, non mostra cedimenti e continua su una strada pericolosa, che potrebbe portare come fonti diplomatiche confermano ad un incidente.

ACCERCHIATA

La Turchia perseguendo con tale atteggiamento ha provocato la reazione anche della Germania che ha rivolto un appello ad Ankara al fine di “sfuggire alla escalation e fermare queste trivellazioni illegali”. Recita così una nota del ministero degli Esteri tedesco, che ha esortato le parti coinvolte a “risolvere le divergenze attraverso il dialogo e sulla base del diritto internazionale”.

La Germania coltiva “la speranza che i progressi negli sforzi per risolvere il problema di Cipro avranno un impatto positivo sulla questione dello sfruttamento delle risorse naturali”. Questa è la posizione di Berlino, certamente più morbida rispetto a Washington, Parigi e Atene, nella consapevolezza che “la Germania continuerà a sostenere la Turchia”, ha aggiunto un portavoce del ministero. Se da un lato una voce da Berlino era attesa da settimane, ed è oggettivamente giunta in ritardo, dall’altro non si può non notare di come nei fatti si sia allineata alla prudenza diplomatica usata da Londra che con Ankara ha mostrato più carota che bastone, andando di fatto nella direzione opposta a quella intrapresa da Onu e Ue (basata sul rispetto di leggi e trattati).

TENSIONE

Tuttavia Ankara, anche ieri, ha lanciato l’ennesimo guanto di sfida annunciando che, nonostante le sanzioni dell’Ue, continuerà le trivellazioni nel Mediterraneo orientale. In una dichiarazione ufficiale, il ministero degli Esteri turco afferma che le decisioni prese nel corso della sessione dal Consiglio Affari esteri dell’Ue “non influenzeranno in alcun modo la determinazione della Turchia a continuare le sue attività legate al petrolio nel Mediterraneo orientale”.

La sterzata di Bruxelles dell’ultima settimana ricalca la decisione presa dai ministri degli Esteri su cui è intervenuto anche l’ambasciatore della Repubblica di Cipro a Berlino Andreas Chatzichrysanthou. Dalle colonne della Bild il diplomatico chiede a Erdogan di interrompere le trivellazioni illegali proprio in quanto tali e non inserite in una cornice di trattati e rispetto della giurisprudenza. A ciò si aggiunga che nel Mediterraneo orientale si registra l’aumento dello stato di allerta dello Stato Maggiore greco che ha inviato le sue fregate, nelle stesse acque già pattugliate da imbarcazioni americane e francesi. L’aeronautica greca inoltre può contare sugli elicotteri Kiowa, acquistati usati dagli Usa, che sono già operativi per pattugliare l’Egeo assieme ai droni Usa.

twitter@FDepalo



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