Ancora in aumento la produzione di rifiuti speciali che, nel 2017, sfiora i 140 milioni di tonnellate (3% in più del 2016). L’Italia si conferma leader nel riciclo segnando un +7,7% delle quantità di rifiuti avviati a riciclo e una diminuzione dell’8,4% di quelle destinate alla discarica. Inoltre i rifiuti importati (oltre 6 milioni di tonnellate) sono il doppio di quelli esportati (3 milioni di tonnellate): la maggior parte proviene dalla Germania (quasi 2 milioni di tonnellate), seguita dalla Svizzera (oltre 1 milione), dalla Francia (824 mila) e dall’Austria (733 mila). Sono i dati del 18° Rapporto Rifiuti Speciali di Ispra , l’Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale, presentato oggi a Roma, che fornisce ogni anno un quadro aggiornato sulla produzione e la gestione di questi rifiuti.
IL MESSAGGIO DI COSTA
“Tra le funzioni dell’istituto – ha scritto il ministro dell’Ambiente Sergio Costa in un messaggio indirizzato al presidente di Ispra Stefano Laporta – vi è quella di costruire un sistema di conoscenze autorevole ed univoco che garantisce uno scambio di informazioni e la costruzione di direttive tecniche uniche in tutto il Paese. La qualità dei dati è di fondamentale importanza per il legislatore, ai fini dell’individuazione delle strategie politiche e degli strumenti da mettere in campo, specialmente in questo momento in cui si stanno recependo alcune direttive sui rifiuti”.
DA NORD A SUD
Il maggior contributo alla produzione complessiva dei rifiuti speciali (che, lo ricordiamo, sono i rifiuti prodotti dalle lavorazioni industriali, artigianali, commerciali e dei servizi e che si differenziano da quelli urbani prodotti dalle famiglie) arriva dal settore delle costruzioni e demolizioni con oltre 57 milioni di tonnellate (41%). Le attività di trattamento dei rifiuti e di risanamento ambientale rappresentano quasi il 28% (36 milioni di tonnellate) mentre le attività manifatturiere il 21 e mezzo per cento (30 milioni di tonnellate). A livello di macro-area geografica, il Nord produce più rifiuti speciali con quasi 81 milioni di tonnellate (oltre 58%), seguita dal Sud con quasi 33 milioni (23,7%) e dal Centro con 25 milioni di tonnellate. La Lombardia è la regione che ne produce maggiori quantità con oltre il 22% (31 milioni di tonnellate), seguita dal Veneto e dall’Emilia Romagna con circa il 10% (poco sopra i 15 milioni di tonnellate).
“L’Italia non parte da zero – ha tenuto a sottolineare Costa – da sempre ci siamo distinti per gli elevati tassi di riciclo dei rifiuti speciali. Il sistema di governante scelto per governare questi importanti flussi di rifiuti ci ha consentito di essere sempre in linea con le migliori performance europee. Ma l’aumento della produzione dei rifiuti deve farci riflettere perché ci allontana dagli obiettivi fissati dal Programma Nazione di Prevenzione”.
IL RUOLO DEGLI IMPIANTI
Gli impianti per il trattamento dei rifiuti speciali sono oltre 11 mila, di cui più della metà (6.415) al Nord, 2.165 al Centro e 2.629 al Sud. Circa 20 milioni di tonnellate di rifiuti speciali sono utilizzate, in luogo delle materie prime, in oltre 1.300 impianti industriali. Questi stabilimenti riciclano il 20% del totale dei rifiuti recuperati a livello nazionale. Il recupero dei rifiuti inorganici riguarda oltre 54 milioni di tonnellate (il 37% del totale gestito). Questi rifiuti derivano prevalentemente dalle attività di costruzione e demolizione e sono generalmente utilizzati come rilevati e sottofondi stradali. Circa 2 milioni di tonnellate di rifiuti sono co-inceneriti in impianti industriali in sostituzione dei combustibili convenzionali, mentre oltre 1 milione di tonnellate vengono inceneriti. Sono infine smaltiti in discarica 12 milioni di tonnellate (l’8,2%), di cui quasi 11 milioni di tonnellate sono rifiuti non pericolosi e 1 milione e 200 mila tonnellate sono rifiuti pericolosi.