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I 6 comandamenti del guru Rove per Obama

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Ci siamo quasi, il 5 febbraio – data decisiva per le primarie americane – si avvicina e dalle colonne del Financial Times il guru della comunicazione politica Karl Rove scandisce i suoi comandamenti per il giovane ed inesperto Barack Obama, in corsa per le primarie dei Democrats contro il caterpillar Hillary Clinton. Sei consigli che suonano come le leggi del mondo e incentrati tutti su una questione cruciale: Obama sveglia e prenditi l’Iowa! Solo così l’elettorato americano ti percepirà come un possibile vincente. Quello che Rove – ex capo della comunicazione di George W. Bush e fautore della sua vittoria alle presidenziali del 2004 – intende dire al senatore democratico è che deve cercare di dare agli elettori un’immagine meno “carente di vitamine” e più sicura di sé. La Clinton non è imbattibile, nonostante si comporti come se lo fosse, tuttavia ad un osservatore un po’ più attento non sfugge il classico: “tutto fumo e niente (o poco) arrosto” ed è lì che Barack Obama dovrebbe andare a colpire, cominciando dalle basi, ossia fissare l’agguerrita senatrice dritto negli occhi, cosa che non ha mai fatto finora. Inutile punzecchiarla sulla sua inconsistenza in politica estera; Barack Obama non è esperto di esteri e la Clinton ne sa di certo più di lui. E’ necessario, poi, che Obama impari a metterla all’angolo su tutta la documentazione che lei e suo marito hanno tacitato e che è nel pieno diritto dei cittadini americani conoscere. Infine, concentrarsi sul fatto che molti democratici mal sopporterebbero la Clinton come candidata alle presidenziali, poiché sanno che avrebbe scarse chance di successo di fronte ai carriarmati repubblicani. Per questo, Obama deve lavorare su due livelli, all’interno del partito e sulla comunicazione esterna, il tutto con convinzione e forza. Secondo il guru-Rove, basta che vinca in Iowa e nulla è perduto. I sondaggi lo danno in tiepida rimonta e le carte non sono ancora tutte scoperte. Chissà se il senatore Obama seguirà il memo dettagliato che gli regala Rove. Lo sapremo dopo le votazioni nell’Iowa.


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