Una Repubblica dai capelli argentati. Ecco come ci vedono all’estero e questo – va detto – senza alcun accenno romantico. Un paese governato dai vecchi, a cominciare dal Presidente Napolitano (82 anni) e proseguendo con Giulio Andreotti, senatore a vita ancora determinante nella vita governativa del paese con i suoi 88 anni, e con i due leader di maggioranza e opposizione, di 68 anni (Prodi) e 71 anni (Berlusconi). I dati forniti dal Newsweek di questa settimana mettono davvero molta tristezza. Assenza totale di principi meritocratici, giovani a casa oltre i 30 anni e, come se non bastasse, sbeffeggiati dal Ministro dell’Economia che li chiama bamboccioni. Il 15% del Pil eroso per pagare le pensioni e la metà della popolazione oltre i 40 anni. Una catastrofe! Gli altri modelli europei ci battono su tutti i fronti; dalla Spagna del 47enne Zapatero alla Francia governata dal 52enne Sarkozy. E non risolleva la nostra immagine, né tanto meno ci aiuta nella classifica che ci vede al secondo posto con il debito pubblico più alto dei paesi dell’area OCSE, la “ventata d’aria nuova” promessa dal “giovane” Veltroni. Con i suoi 52 anni potrebbe competere con Sarkozy e visto il panorama anche a noi appare un giovincello, ma in realtà il buon Walter ha tutto tranne che “fresh blood”, come scrive William Underhill sul settimanale americano, dal momento che naviga in politica praticamente da 30 anni e viene dalla vecchia (pure quella) scuola del Pci. Mala tempora currunt, sospirava Cicerone, e parafrasandolo non solo mala ma anche “attempati”. Un paese tristemente in pensione come potrà uscire dal guado e andare verso un nuovo futuro? Intanto i giovani (quelli veri e di talento) emigrano, e come dargli torto? Qui da noi un ricercatore in materie scientifiche e tecnologiche percepisce meno di un operaio, non gode delle stesse garanzie ed è vessato quotidianamente da dinamiche feudali, messe in atto dai baroni delle università e dei centri di ricerca. Altro che viale del tramonto! Tristezza.
La repubblica della Terza età
Di