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Conte? Centrista radicale. E se facesse un partito… La versione di Mastella

“Giuseppe Conte? Un centrista radicale, pugliese come Moro e per questo attento ai problemi del Sud”. Ma non solo. “Ha superato il praticantato e se dovesse “scendere” in campo, potrebbe essere attrattivo per molti parlamentari. C’è uno spazio per i centristi che rischia di non essere occupato da nessuno”. Parole di Clemente Mastella, sindaco di Benevento in quota Forza Italia (ma storico democristiano), in un’intervista concessa al Mattino.

Mastella dice: “Non so se il premier Conte farà mai un partito, ma sicuramente ha superato una fase che possiamo definire di praticantato e gode di un elevato prestigio, anche internazionale. È riuscito a imporsi tra Di Maio e Salvini affrancandosi da posizioni più esasperate. Se dovesse tuffarsi nell’agone politico rappresenterebbe un’arma di seduzione attrattiva per molti parlamentari”.

PUGLIESE COME MORO

Mastella lo definisce “bravissimo nel decidere autonomamente sulla Tav con una mossa da politico navigato: proprio nel mentre c’era la massima debolezza del Movimento 5 Stelle e di Di Maio, lui è stato capacissimo nel non offrire una sponda a Salvini per staccare la spina al governo. Non una cosa di poco conto e che denota l’abilità dell’uomo”.

All’ipotesi che Conte scenda in campo con un proprio soggetto politico, il sindaco di Benevento reagisce così: “È prematuro ipotizzare scenari simili, dipende da cosa deciderà lui. Di sicuro ha dimostrato che i due partiti populisti, M5s e Lega, alla fine hanno dovuto designare un premier moderato, un centrista radicale, pugliese come Moro e per questo attento ai problemi del Sud”.

SPAZIO AL CENTRO

In caso di crisi, Mastella crede più al ricorso al voto che a un Conte-bis (“ma se si trovano differenti convergenze ovviamente il Parlamento è sovrano”), per poi aggiungere: “Credo però che tra qualche mese il perimetro politico sarà differente: magari gli M5s si scinderanno visto che sembra evidente la dicotomia tra l’ala più intransigente e il profilo di Di Maio quasi doroteo. Anche il Pd versa in cattive acque con Renzi che è completamente estraneo al suo partito, Calenda che non si è compreso cosa voglia fare. C’è uno spazio per i centristi che rischia di non essere occupato da nessuno”.

Infine un passaggio sulla “sua” Forza Italia: “Ha un atteggiamento inspiegabile, soprattutto tra i parlamentari meridionali. Penso alla questione delle Autonomie regionali dove il partito dovrebbe alzare la barricata per difendere gli interessi delle regioni del Sud, invece sembra che non prenda posizione per non dispiacere a Salvini”.

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