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Mandato zero e liste civiche. La normalizzazione di M5S al voto su Rousseau

Due giorni di voto per gli iscritti al Movimento 5 Stelle. L’annuncio, pubblicato oggi sul Blog delle Stelle e anticipato gli scorsi giorni da Luigi Di Maio, riguarda l’organizzazione nazionale e regionale del Movimento e riguarda cinque aspetti organizzativi: l’introduzione del cosiddetto “mandato zero” per i consiglieri comunali, l’organizzazione regionale del Movimento, l’organizzazione nazionale del Movimento, la candidatura durante il secondo mandato solo per il consiglieri comunali e la possibilità di alleanze con le liste civiche a livello locale. Modifiche, quelle proposte agli iscritti, che porterebbero il Movimento ad organizzarsi sempre più in una direzione di normalizzazione partitica della forza guidata da Luigi Di Maio, su cui anche il fondatore Beppe Grillo ha ironizzato negli scorsi giorni.

MANDATO ZERO

L’annuncio in pompa magna è stato fatto da Luigi Di Maio: per i consiglieri comunali si prevede l’introduzione del cosiddetto “mandato zero”, con delle caratteristiche ben precise. “Un consigliere comunale svolge il suo primo mandato interamente – si legge -. Se una volta terminato questo mandato, viene eletto nuovamente consigliere comunale, il primo mandato viene considerato come mandato zero, ossia nullo. Quindi una volta terminato il secondo mandato da consigliere potrà ricandidarsi per qualsiasi carica elettiva”. Questa possibilità non sarà contemplata nell’eventualità che il già consigliere venga eletto con un’altra carica, come sindaco, consigliere regionale o al parlamento nazionale ed europeo. E proprio sul “mandato zero” il fondatore del Movimento, Beppe Grillo, aveva ironizzato pubblicando il video di una canzone sul suo profilo Facebook, con queste parole: “Il mandato ora in corso è il primo di un lungo viaggio…ma di andarmene a casa non ho proprio il coraggio…”.

RIORGANIZZAZIONE REGIONALE…

Accanto alla necessità di ottimizzare le risorse introducendo quindi il “mandato zero” si prevede anche la riorganizzazione territoriale del Movimento. Punto debole della forza guidata da Luigi Di Maio, infatti, è la poca capillarità a livello locale e la poca comunicazione tra istanze dal basso e livello nazionale. Nella nuova organizzazione saranno previsti i “facilitatori”, che si occuperanno di mantenere i rapporti sul territorio e tra gli eletti, inoltre avranno il compito di formare coinvolgere gli attivisti sempre sul territorio. A seconda delle dimensioni della regione, i facilitatori saranno 3,5 o 8. “Per l’individuazione dei facilitatori regionali possono proporsi tutti gli eletti e gli iscritti di comprovata partecipazione che non abbiamo incarichi di governo o istituzionali, che non abbiano ricevuto sanzioni dai probiviri, che abbiano una disponibilità fissa sul territorio”. I candidati saranno votati su Rousseau.

…E NAZIONALE

A livello nazionale, invece, si prevede il cosiddetto “Team del futuro”, composto da 12 membri che si occuperanno di altrettante aree tematiche. I 12 facilitatori dovranno proporre un team e un progetto che saranno poi monitorati nel corso del tempo dal Capo politico del Movimento. Saranno in carica per tre anni (come il capo politico) e potranno essere rimossi da quest’ultimo nel caso questo ritenesse che il loro operato va contro i valori del Movimento. I candidati nazionali, come quelli regionali, saranno votati su Rousseau.

APERTURA ALLE LISTE CIVICHE

Rivoluzione organizzativa, ma non solo. Punto di forza per l Movimento 5 Stelle, soprattutto a livello nazionale, è stata la scelta di non allearsi con nessuna forza politica. Ora anche questo principio del Movimento potrebbe essere accantonato, con la previsione della possibilità di alleanze con liste civiche territoriali nelle elezioni locali. Non si propone di “aprire indiscriminatamente alle alleanze con le liste civiche, ma di “dare al capo politico la facoltà di proporre alleanze con le liste civiche solo in alcuni casi specifici e sotto la sua diretta supervisione. Qualora il capo politico formulasse una proposta di alleanza, questa sarà sottoposta agli iscritti con una votazione online sulla piattaforma Rousseau”. Resta invariato il potere del capo politico di valutare se e quando i facilitatori (o i candidati) possano e debbano continuare a esercitare le loro funzioni.



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