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L’Ucraina blocca una petroliera russa. Mosca minaccia ritorsioni

La petroliera Nika Spirit (un tempo Neyma) è detenuta dai servizi di sicurezza ucraini nel porto di Izmail, in Ucraina. La nave-cisterna russa è stata “accusata” da Kiev di avere di aver bloccato il passaggio delle navi ucraine sullo stretto di Kerch: l’intelligence ucraina l’ha fermata dalla parte opposta del Mar Nero, sul Danubio, perché ritiene che la petroliera sia stata coinvolta in un incidente avvenuto a novembre su quella lingua di terra che divide la Russia dalla Crimea occupata, quando unità militari russe hanno sequestrare tre navi di Kiev.

LO SCONTRO

La Russia ha definito “illegale” la detenzione della petroliera, e ha avvertito l’Ucraina delle gravi conseguenze in caso venga messa a rischio l’incolumità dell’equipaggio. Ma l’Ucraina sostiene che dietro le ragioni del fermo ci sono le responsabile del tanker – quando aveva nome Neyma – nel blocco di tre navi da guerra ucraine nello stretto di Kerch, dove vennero arrestati 24 marinai ucraini.

FLASHBACK

La Russia ha infatti sequestrato tre navi Ucraine e i loro equipaggi nelle acque che separano la penisola di Crimea, annessa dalla Russia nel 2014. L’episodio risale al novembre del 2018, quando Mosca ha accusato i marinai di essere entrati illegalmente nelle acque russe (cosa che Kiev nega tutt’oggi). Le relazioni tra Russia e Ucraina sono tese ormai dal 2014, e mentre il conflitto nel Donbass non si placa, il mar d’Azov rimane un punto nevralgico nelle frizioni tra i due Paesi.

LA VOCE RUSSA

Il ministro degli Esteri russo ha avvertito l’Ucraina che le conseguenze nei confronti di questo gesto non tarderanno, specialmente se un membro dell’equipaggio dovesse essere preso in ostaggio da Kiev. Come riportato da Reuters, infatti, l’Ucraina si sarebbe servita del numero dell’Organizzazione marittima internazionale per identificare la nave stessa. A Mosca, il legislatore che guida la Commissione Esteri della Camera, Vladimir Dzhabarov, ha descritto la detenzione ucraina della petroliera come “assolutamente illegale” e ha dichiarato che tale comportamento è dannoso per le relazioni tra i due paesi.

LA POSIZIONE DI KIEV

A Kiev, il difensore civico (l’equivalente del nostro Pm) ucraino, ha dichiarato che i negoziati sul rilascio degli oltre venti marinai ucraini dalle tre navi sequestrate dalla marina russa, si sono intensificati, in particolare dalla telefonata di questo mese che ha coinvolto i leader russo e ucraino.



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