Proviamo ad immaginare un Paese in cui ogni cittadino si senta libero di rispondere a un insulto con un insulto al quadrato, catalogare per disprezzarli gli esseri umani, e in cui ogni persona rivestita di autorità derida chi gli pone domande sgradite. Per compiere questo esercizio il quotidiano Avvenire chiama in causa il ministro dell’Interno Matteo Salvini che non contento delle critiche sulla moto d’acqua della Polizia usata impropriamente con il figlio, da Milano Marittima aggiunge benzina al fuoco.
LE PAROLE DI SALVINI
A sollevare questa volta le polemiche è stata ieri una frase pronunciata dal vice premier durante un’intervista a SkyTg24 in cui definisce “zingaraccia” una rom che gli aveva augurato “un proiettile”. La coincidenza è infausta, ricorda Avvenire. Le parole di Salvini arrivano alla vigilia del 75esimo anniversario dal genocidio nazista di rom e sinti. Lo ha ricordato anche padre Antonio Spadaro: “Il #2agosto 1944 tutti i Rom e i Sinti presenti nel campo di Birkenau – quasi 3.000 persone, tra uomini, donne e bambini – furono sterminati, e i loro corpi bruciati. La parola #zingaraccia risuonata proprio oggi nelle orecchie degli italiani è abominevole”, ha scritto su Twitter il direttore di La Civiltà Cattolica.
Ma Salvini tira dritto e cinguetta: “Roba da matti. Il problema non è una zingara che minaccia di morte il ministro dell’Interno, vivendo in un campo Rom abusivo. Il problema per qualcuno è la parola “#zingaraccia”. Io vado avanti, fino al raggiungimento dell’obiettivo: zero campi Rom in Italia”.
IL COMPITO DELLA POLITICA
Per il quotidiano dei vescovi “non ci si può appellare al consenso per difendere ad ogni costo la propria narrazione. Salvini vuole governare l’Italia, ma per governare servono anche e soprattutto parole decenti e onorevoli”.
Anzi: “Crediamo nel valore pedagogico della politica e delle istituzioni. Crediamo cioè che dai Palazzi possano e debbano arrivare parole e atteggiamenti che frenino gli istinti peggiori, correggano il linguaggio d’odio, in qualche modo ‘educhino’ a convivere meglio”.
I PICCOLI NON SI TOCCANO
Su una cosa Avvenire è d’accordo con il ministro Salvini: i piccoli non vanno usati per fare politica. “Vale per il figlio di Salvini, per i bambini lasciati annegare nel Mediterraneo, per i ragazzini rom e sinti, per le vittime innocenti degli orrori di Bibbiano. Non li si metta più in mezzo. Per davvero e per sempre”.