Giovedì pomeriggio, 8 agosto. Per Giuseppe Conte dovrebbe essere un giorno di festa, è il suo compleanno. E invece il presidente del Consiglio si ritrova ad affrontare le 24 ore più lunghe della sua carriera, forse della sua vita. Matteo Salvini, vicepremier e ministro dell’Interno, leader della Lega, ha staccato la spina al suo governo. Lo ha fatto prendendo di sorpresa tutti, con un comunicato al vetriolo che suona le campane a morte per la coalizione gialloverde. Un semplice giovedì che precede le ferie si trasforma di colpo nel giorno del giudizio.
Il presidente lascia palazzo Chigi per recarsi al Quirinale, da Sergio Mattarella. Poi torna al suo ufficio in Piazza Colonna, dove riceve Salvini, che gli notifica il divorzio: la Lega vuole tornare alle urne, e vuole farlo subito. Alle 18 Conte lo congeda, non senza chiarire che “la crisi passerà per il Parlamento”. Vuole che tutto sia sotto la luce del sole, con una mozione di sfiducia contro di lui, che i leghisti presentano al Senato questa mattina.
Il premier ricompare in tarda serata, alle 22.45, nella sala stampa di Palazzo Chigi. L’aria stanca, il tono fermo e deciso. Riserva parole durissime per Salvini, difende il suo “governo dei sì” dalle accuse del leghista, lo chiama a rispondere delle sue azioni di fronte al Parlamento, prima, e agli elettori, poi.
Da quando ha lasciato Palazzo Chigi alle 18 nessuno lo ha più visto, né sentito. Dove si è rifugiato Conte nelle ore che hanno preceduto quel duro e sofferto punto stampa?
In una casa lontana dai riflettori dei cronisti, e dal maremoto della politica italiana. Quella di Maria Romana De Gasperi, figlia primogenita dello statista trentino Alcide De Gasperi, il primo presidente del Consiglio dell’Italia repubblicana e uno dei “padri” dell’Europa Unita.
Le macchine della scorta del premier irrompono nella via di un quartiere residenziale a Roma Nord intorno alle 18.30. Maria Romana apre la porta, e si ritrova un uomo spossato, ma sorridente. “Da tempo diceva che mi voleva venire a trovare, ma non ci siamo riusciti a organizzare – racconta lei a Formiche.net – immagino volesse stare per un po’ in un posto che nessuno avrebbe pensato, in una giornata difficile per lui”.
Il presidente entra in casa, e si accomoda nello studiolo dove la De Gasperi, presidente onoraria dell’omonima fondazione, ancora scrive, legge, ricorda suo padre, dall’alto dei suoi 96 anni. Sul muro c’è un enorme dipinto del fondatore della Dc, gli occhi azzurri distesi in un’espressione di serenità. La stessa che cerca Conte.
“È restato per un paio d’ore – continua Maria Romana – voleva sentire un po’ di storie su mio padre, abbiamo parlato solo del passato, di De Gasperi giovane, della sua passione per la politica, Conte era attentissimo e molto cortese”.
Il presidente fa poche domande, preferisce ascoltare, “con l’umiltà di una persona normale e la gentilezza di chi mi conosce da sempre”. Racconta Maria Romana, che di De Gasperi è stata a lungo segretaria personale, dai tempi della guerra fino agli ultimi giorni: “gli ho raccontato la storia di un uomo solo, che è stato perseguitato prima e durante la guerra, che ha saputo rialzarsi”.
Un solo, fugace accenno alla politica. “Le campagne elettorali di allora erano diverse da quelle di oggi” – sospira Conte, mentre maneggia una foto di De Gasperi.
Il congedo arriva per cena. Conte se ne va con un libro sotto il braccio, “Mio caro padre”. “È il libro più intimo che ho scritto su di lui, ho pensato fosse quello più giusto da dargli”. Torna a Palazzo Chigi, dove potrebbe restare per poco. C’è già chi chiede al professore di non mollare la presa, e scendere in campo, spogliate le vesti dell’avvocato. Lui è combattuto, dice chi gli è vicino. Chissà che quella silenziosa, discreta visita ad Alcide De Gasperi non lo abbia convinto una volta per tutte.