Dalla crisi si esce con un governo di scopo con Conte premier, dice a Formiche.net Giuseppe Caldarola, giornalista, scrittore e già parlamentare diessino. Convinto di due elementi che sono base imprescindibile per decrittare il puzzle di governo: il primo è che Pd e M5s possono allearsi su poche ed essenziali cose, il secondo è che Salvini non è Fini e finirà per distruggere la destra di cui l’Italia e la sinistra italiana hanno bisogno.
Condivide la lettera di Bersani in cui chiede a Pd e M5S di cambiare pelle per governare assieme?
Avrei un obiettivo molto più limitato: chiederei loro di impostare un programma serio, indicando personalità serie con un premier che potrebbe essere lo stesso Conte. In grado di realizzare punti come la finanziaria, la sterilizzazione dell’iva, il sollievo alle famiglie e rimettendo l’Italia in un curcuito internazionale virtuoso e non in uno in cui sembriamo l’imprevedibile Gianburrasca. Non chiederei troppo, ma realisticamente ciò che i due partiti avversi possono fare: ovvero mettersi assieme dando all’opinione pubblica un’immagine di serietà, con ministri competenti che non abbiamo fatto parte in passato di alcun governo.
Calenda minaccia la scissione in caso di accordo: quel governo però sarebbe corretto dal punto di vista della grammatica parlamentare. Dunque?
Calenda è un altro Gianburrasca. Fin quando l’Italia resta una repubblica parlamentare i governi li fa e li disfa solo il Parlamento. Lo stesso Capo dello Stato gestisce le crisi in modo parlamentare rinviandole al voto delle Camere. Un governo che abbia un appoggio del Parlamento sarebbe un governo costituzionalmente perfetto. Si potrebbe opinare, politicamente, che il governo a quel punto sarebbe formato da un partito che ha perso le elezioni, il Pd, e uno che teme di perderle, il M5S. Ma osservo che, ad oggi, da un lato sembra rotta la fiducia Lega-M5S; dall’altro la Lega candida Salvini per un’operazione, quella dei “pieni poteri”, che in Italia non si può fare.
Un errore?
Salvini si è posto su un estremo della vita politica istituzionale italiana. Dinanzi a questa novità è assolutamente legittimo tentare di fare un governo serio. E non capisco quale sia l’alternativa di Calenda. Poi francamente mi piacciono poco quelli che, ogni due per tre, minacciano scissioni: le scissioni non si minacciano, si fanno e basta. In questo momento indebolire il fronte che ha resistito al governo gialloverde e a Salvini penso sia delittuoso.
Il Pd terrà la posizione?
Sul Pd potremmo dire il peggio, come ho più volte scritto, ma in questo momento occorre un patto tra persone serie che ci sono nei democratici in cui tutti mettano da parte il protagonismo per fare ciò che è utile all’Italia.
Come si è evoluta in queste settimane la figura di Conte?
Su Lettera43 ho fatto recentemente due previsioni. La prima: ho invitato il mondo della sinistra e quello del centro democratico a non pensare che Salvini sia invincibile. L’uomo è fragile, non ha spessore né tenuta e al primo incidente farà cappotta in parcheggio, come si dice a Roma. E se ne accorgeranno anche i suoi elettori. La seconda: Conte è stato deriso con una certa demagogia. Oggi non sappiamo quanto valga politicamente, ma ha buona scuola, maestri di grande livello e potrebbe essere, rispetto al governo Salvini-Di Maio, un po’come il leader franchista Suarez che accompagnò con grande decisione il processo di transizione senza farsi mai tirare indietro. Anzi, mostrando la capacità di tenere la schiena dritta, il che ne rivalutò l’intera biografia. Il Conte di questi giorni è un uomo, giovane alla politica che, se manterrà queste premesse di dignità e di capacità di affrontare le situazioni, entrerà a piano titolo nella storia repubblicana.
Il pressing del mondo moderato su Berlusconi potrà incidere, come auspica Gianni Letta?
Berlusconi ha fatto alcune sciocchezze nella vita privata, ma mai quella di mettersi in posizione subalterna a qualcuno nella vita professionale. Sarei abbastanza stupito se lui che può rappresentare l’area moderata e liberale decidesse di appoggiare un mondo di nostalgici, come quello della Meloni, e di puro estremismo come quello di Salvini. Quando parlo di Salvini parlo della Lega di Salvini, non di tutta la Lega all’interno della quale so che ci sono persone con la testa sulle spalle che alla fine gli daranno un calcio. Oggi Salvini è azzoppato e all’estero poco credibile: ma a breve lo sarà anche in Italia, perché sta facendo rischiare al paese di non poter avere la legge finanziaria e di vedersi aumentare l’iva per un suo capriccio.
Ha ragione Maroni allora quando rileva che Salvini gli ricorda Fini nel 2010 quando sbagliò i tempi?
Sì. Ma Fini in verità venne anche un po’ingabbiato dai giochi istituzionali e non gli si dettero le elezioni anticipate che avrebbe potuto giocarsi. Però si ripete la storia. Fini raggiunse un livello di popolarità elevatissimo e per un momento credette di poter sorpassare Berlusconi che poteva reagire in due modi: inglobarlo oppure stroncarlo. Scelse la seconda.
L’appello del Foglio per una destra non truce ha possibilità di trasformarsi in soggetto politico?
Lo dico da uomo di sinistra: è mia convinzione che l’Italia e la sinistra italiana abbiano bisogno di una destra. Ma non una destra che piaccia alla sinistra, perché entrambe si debbono contrastare anche animosamente. Non dimentichiamo che quella era la genesi dell’operazione Fini, una destra che contendeva alla sinistra tutti i terreni: dalle alleanze internazionali al rapporto con gli intellettuali. La sua fondazione Farefuturo aveva raccolto delle belle teste pensanti che poi sono rimaste in campo. Salvini ha fatto esattamente l’opposto, prendendo una parte del paese ed estremizzandola. Temo che alla fine di questa vicenda la destra ne uscirà distrutta da Salvini e sarà difficile da ricostruire perché la destra di domani sarà come la sinistra di oggi.
Ovvero?
Gli uomini di avventura possono dare un momento di ubriacatura e di successo, ma l’indomani avendo distrutto le basi culturali del loro mondo hanno finito per distruggere anche quel mondo. Salvini è il maggiore distruttore della destra italiana. In Italia la destra potrebbe tranquillamente essere maggioranza senza alcun inciucio con la sinistra, ma all’interno di una cornice comune partendo dal rispetto delle istituzioni e delle alleanze internazionali. Salvini ha scelto non di essere destra ma di essere un fenomeno al limite della Costituzione.
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