Se non vogliamo che il nuovo centro, nato guardando a sinistra, ributti nel ghetto la destra sovranista così come fatto nella Prima Repubblica, c’è bisogno di una scossa al centrodestra reduce dalla crisi agostana. Ne è convinto l’ex ministro e senatore di FI Gaetano Quagliariello, nel Comitato Promotore di Cambiamo, secondo cui la componente liberal cristiana del centrodestra è stata percepita come qualcosa appartenente al passato e a breve diventerà un dato di archeologia se non si interverrà.
Giovanni Toti con Cambiamo lancia oggi la sfida a FI: l’esperienza civica potrà impedire la salvinizzazione del centrodestra?
Salvini si è collocato in una terra di mezzo: da un lato ha mantenuto l’ancoraggio col centrodestra nelle amministrazioni locali, dall’altro ha puntato sulla categoria del cambiamento attraverso l’accordo contrattuale con i grillini a livello nazionale. Bisogna dargli atto in 14 mesi di essere passato dal 17 al 38%. Poichè le persone non sono ingenue, evidentemente questo è stato un suo indubbio successo.
Ma poi?
Ad un certo punto la categoria del cambiamento fine a se stesso si è sbracata nelle vicende agostane che hanno portato ad una collocazione a sinistra del M5S tramite un accordo di programma. Ci troviamo quindi di fronte a due grandi possibilità: la prima è che nasca un centrodestra diverso e innovativo; la seconda è che l’Italia si ricollochi su una dimensione bipolare che era andata smarrita. Non è un gioco da ragazzi, perché di contro in moltissimi coltivano il sogno di trasformare il 40% dell’elettorato in una sorta di Le Pen collettivo.
Quindi?
Il vero nodo è che Salvini ha fatto il suo lavoro ed i suoi errori. La componente liberal cristiana del centrodestra non ha fatto né l’uno né l’altro. E’stata percepita come qualcosa appartenente al passato e a breve diventerà un dato di archeologia.
Il problema è al centro?
La storia d’Italia è cambiata nel ’94 quando Berlusconi ha dato fiato alla destra introducendo un centro che guardava a destra. Un merito storico di FI e del suo leader. Ora noi possiamo trovarci, se non ci muoveremo in fretta, alla rivincita di quella partita con Toti che è un benemerito, oppure con un centro che guarderà alla sinistra e al M5s provando a mettere in un nuovo ghetto la destra, esattamente come al tempo della Prima Repubblica. Ieri c’era l’antifascismo, oggi c’è l’anti sovranismo.
Sovranismo ed europeismo liberale sono valori conciliabili?
Io non sono un sovranista ma i sovranisti non sono Belzebù.
Ha citato il ’94: allora il Msi riuscì ad evolversi in An anche grazie alla spinta verso una cultura di governo. Cosa manca allora oggi al destracentro?
Oggi c’è un enorme bisogno di sicurezza e la destra presenta tratti più marcati di autoritarismo non solo in Italia. E’il frutto di una contingenza storica. Ma accanto alla sicurezza c’è bisogno di chi pensi alla libertà e riequilibri quella coalizione, per avere rapporti con i corpi intermedi, i grandi asset internazionali e i produttori di idee. Per cui ribadisco che il problema non è né Salvini né Meloni, ma gli altri che non ci sono. In politica non si deve mai dare l’impressione di avere un futuro dietro le spalle, in questo caso si suscita simpatia e tenerezza ma non voti.
Pd e M5s si alleano anche in periferia. L’opzione Toti cosa porta al centrodestra?
Sarebbe uno degli elementi di ristrutturazione della coalizione, per portarla ad essere competitiva al nord e al sud. Non penso che in politica gli elementi metodologici siano estremamente importanti, ma oggi non abbiamo più grandi leadership: alcune sono confinate nel passato, altre sono state limitate dai fatti nella loro portata. In questo caso, un partito nel quale si va avanti per merito è un elemento rivoluzionario in quel campo e non si può sottovalutare. Così come è necessario che quando nascono tentazioni neo umaniste, qualcuno dimostri che si può costruire un futuro di modernità e di merito mantenendo salde le radici culturali e spirituali del mondo occidentale. Mi auguro che questa esperienza di Toti possa farlo.
A risolvere il puzzle, che non fa quadrare le sorti del destracentro, arriverà Cairo a scompaginare come fu il Cavaliere nel 1993?
Non solo lui, qualcuno arriverà. Lo vedremo in ottobre dopo la Leopolda.
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