L’annunciato decreto sul clima del ministero dell’Ambiente e la prossima Legge di Bilancio, dove quasi certamente saranno introdotte misure a favore dell’ambiente e per contrastare i cambiamenti climatici (anche sull’ondata dei cosiddetti “Fridays for future” che anche in Italia vedono scendere nelle piazze tanti giovani per manifestare a favore di un ambiente migliore per le future generazioni) , sono l’occasione per suggerire al governo alcune proposte a favore dell’ambiente. È il caso di quelle relative alla mobilità e al trasporto presentate da Legambiente.
“Accelerare il cambiamento nella mobilità è decisivo nella battaglia per il clima – ha dichiarato il vice presidente dell’Associazione Edoardo Zanchini – Per questo chiediamo al nuovo governo di essere coerente con gli impegni presi in queste settimane e di dare subito un segnale chiaro ai cittadini, ai sindaci e al sistema delle imprese. I provvedimenti che verranno approvati nei prossimi mesi dovranno definire le scelte indispensabili a rilanciare il trasporto pubblico nel nostro Paese”.
Assicurare l’accesso ai servizi e ai mezzi utili alla mobilità, efficienti economici e sicuri rientra tra i compiti che lo Stato deve assicurare ai cittadini. Per questo tra i punti del documento di Legambiente troviamo concrete indicazioni come un bonus di duemila euro per chi rottama la vecchia auto (mille per moto e ciclomotore), spendibile non solo per l’acquisto di un veicolo elettrico ma anche per abbonamenti al trasporto pubblico e ai servizi di sharing mobility. Il tetto di spesa è fissato a 500 milioni di euro per il 2020 e limitato alle città metropolitane e con più di 30 mila abitanti.
Un bonus pari al 20% del prezzo e fino a un massimo di tre mila euro per l’acquisto di mezzi elettrici leggeri (dall’e-bike al quadri ciclo), anche senza la rottamazione di un veicolo a motore. Le entrate e le uscite rimangono quelle già previste dalla precedente Legge di Bilancio per la parte auto, mentre per la misura aggiuntiva si stima un costo in mancate entrate di circa 15 milioni di euro da compensare con l’avanzo 2019 per moto e auto.
Iva al 10% per l’acquisto di mezzi elettrici per il trasporto pubblico, condiviso e noleggi. Così come nessuna accisa dovrebbe essere prevista per l’energia elettrica per la ricarica dei veicoli pubblici e privati. Nessun aggravio fiscale anche per i biocarburanti “avanzati” e abolizione dei sussidi all’olio di palma e all’olio di soia.
La rimodulazione delle accise sui carburanti vale oltre un miliardo di euro, ma genera un aumento del gettito erariale di appena 300 milioni. Quindi riduzione delle accise sulla benzina di sette centesimi al litro, aumento di tre centesimi al litro per il gasolio, il GPL e il metano. Contemporaneamente eliminazione dei sussidi all’autotrasporto per i camion Euro3 e destinazione dello stesso importo all’incentivo per la loro sostituzione con mezzi nuovi. Anche gli aerei e le navi, oggi ad accise zero, dovranno in futuro cominciare a pagare: la proposta è di introdurre una tassa portuale o aeroportuale provvisoria per ogni atterraggio e decollo in scali nazionali.
Secondo Andrea Poggio, responsabile mobilità e stili di vita di Legambiente, “lo scorso anno alcune nostre proposte sono state accolte nella legge di Bilancio. Occorre andare avanti. Chiediamo al ministero dei Trasporti di semplificare gli adempimenti comunali sulla micro-mobilità elettrica equiparando le norme alle bici e definendo in modo univoco aree e mobilità di circolazione, sino alla regolamentazione definitiva nel codice della strada. Oggi solo una quindicina di città sono riuscite a regolamentare le sperimentazioni; in tutti gli altri comuni è il far west e alcuni cittadini che giravano con i monopattini elettrici hanno avuto multe per migliaia di euro”.