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Impeachment! I Democratici provano il blitz contro Trump

La speaker della Camera statunitense, la democratica Nancy Pelosi, ha annunciato l’avvio della procedura di impeachment contro il presidente americano, Donald Trump. “Nessuno è al di sopra delle legge”, ha detto la leader dei Dem, che per questo hanno deciso di ricorrere alla procedura estrema contro gli abusi di potere. Procedure che potrebbe portare alla rimozione del presidente se il Congresso lo riterrà opportuno.

Trump, da New York dove si trova per l’UNGA, ha risposto furioso: “Un giorno così importante alle Nazioni Unite, così tanto lavoro e tanto successo, e i democratici hanno volutamente dovuto rovinarlo e sminuirlo con le ultime notizie sulla spazzatura della caccia all streghe. Molto male per il nostro Paese!”.

Il presidente ha attaccato direttamente Pelosi e Adam Schiff, il capo della minoranza democratica al Senato, accusando i leader del partito d’opposizione di “molestia” al presidente e le opposizioni di non essere in grado batterlo tra la gente di usare quindi l’impeachement come un completo. Poi è entrato nel merito della questione dicendo che nessuno dei due “ha mai ascoltato il contenuto della telefonata”.

Si riferisce alla storia che da una decina di giorni sta interessando la politica americana e che ha dato il via alla mossa democratica: il presidente Trump avrebbe chiesto a più riprese al suo omologo ucraino Volodymyr Zelensky di indagare su Hunter Biden, figlio del contender democratico Joe Biden, su un caso di sospetta corruzione che coinvolgerebbe i due in Ucraina. Trump avrebbe minacciato Zelensky durante una telefonata del 25 luglio, dicendo che se non avesse accettato di avviare un’indagine contro i Biden, allora la Casa Bianca non avrebbe dato il via libera definitivo a un pacchetto di aiuti militari. Armi che per Kiev sono utilissime nella lotta contro i separatisti filo-russi del Donbas.

La telefonata con l’offerta di baratto di Trump ha insospettito uno degli agenti che monitorano le conversazioni del presidente con i leader stranieri (perché sembrava un atteggiamento strambo, mettere lo scontro politico interno sopra l’interesse nazionale) ed è arrivata una denuncia formale, salita fino ai massimi piani del Director della National Intelligence e passata direttamente alla Commissione Intelligence della Camera, che a sua volta ha aperto d’ufficio un’indagine congressuale. Ha chiesto i documenti, ma l’amministrazione è stata finora opaca e per questo i congressisti Dem hanno provato l’all-in.

Ora arriva l’avvio dell’impeachment, avviato solo altre sue volte nella storia degli Stati Uniti (con Bill Clinton e Andrew Johnson; Richard Nixon si dimise prima che il processo si concludesse): unicità che ne permettono di comprendere la straordinarietà. Non si tratta di una procedimento legale, ma una procedura giuridica con la quale i congressisti avviano un percorso che parte dalla Camera — dove potrebbe anche avere i numeri per andare avanti, visto la maggioranza democratica — e approda al Senato, dove serve una maggioranza composto, ossia i due terzi dei membri.

Il Senato è controllato dai repubblicani, che con ogni probabilità fermeranno tutto perché non anno intenzione di andare contro il proprio presidente l’anno prima delle elezioni. Per i Dem però l‘obiettivo non è tanto formale quanto simbolico, e con la mossa ottengono una copertura mediatica internazionale da cui provare a magnetizzare consensi in vista delle presidenziali del 2020. Sia chiaro: l’accusa che pende su Trump, aver usato la dimensione strategica della politica estera per un proprio tornaconto personale di politica interna e consenso, è gravissima se confermata.

“Sono attualmente alle Nazioni Unite in rappresentanza del nostro Paese, ma ho autorizzato il rilascio della trascrizione completa, completamente declassificata e non modificata della mia conversazione telefonica con il presidente dell’Ucraina Zelensky già domani”, ha scritto ancora Trump su Twitter (il governo ucraino avrebbe già dato disponibilità e autorizzato la desecretazione dell’intera trascrizione fatta dai servizi segreti Usa).

“Vedrete che è stata una chiamata molto amichevole e assolutamente appropriata. Nessuna pressione e, a differenza di Joe Biden e suo figlio, NO quid pro quo! Questo non è altro che una continuazione della più grande e distruttiva caccia alle streghe di tutti i tempi!”, dice Trump usando il termine, “witch hunt” più volte utilizzato nel caso del Russiagate, l’inchiesta sul coinvolgimento russo nelle presidenziali del 2016 e sulle possibili collusioni col team del repubblicano.

“Un grosso errore“, replica l’ex ambasciatore Usa in Russia Michael McFaul, sempre piuttosto critico con Trump: si creerebbe un “terribile precedente, in quanto nessun leader straniero in futuro parlerà candidamente con il presidente durante eventuali telefonate”, dice.

La vicenda della telefonata aveva avvicinato le due anime del partito democratico, quella moderata e protocollare dei senatori e dei leader del Congresso come Pelosi e Schiff, e quella aggressiva e movimentista rappresentata dalla Squad. L’azione di impeachment è comunque una vittoria della seconda visione del partito, quella rappresentata dalle idee di Alexandra Ocasio-Cortez, che già voleva usare la procedura col Russiagate mentre la sponda Pelosi tendeva a frenare. È d’altronde la componente movimentista che sta captando consenso tra fasce elettorali che si erano allontanate dai Dem e che può essere usata su una parte degli indecisi.

Nei prossimi giorni arriveranno le evoluzioni e i primi sondaggi per capire se s’è trattato di un boomerang che è finito per rafforzare il presidente, oppure se i Democratici hanno fatto bene a spingere sull’iniziativa più grave contro la Casa Bianca concessa dalla costituzione.

 



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