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Come cambia il mercato del lavoro. L’evento di HRC community

Si terrà domani, 3 ottobre, presso l’auditorium dell’Enel l’evento dedicato al lavoro Tavola Rotonda – Il futuro del lavoro, organizzato da HRC community. Un appuntamento storico che per l’edizione 2019 propone un focus sull’evoluzione del mercato, tracciando la direzione verso cui stiamo andando, grazie al punto di vista di alcune tra le più rilevanti aziende, player del mercato del lavoro, e delle istituzioni.

Federica-Paterno“Le ultime legislature”, spiegano gli avvocati Federica Paternò e Francesco Bartolotta dello studio Toffoletto De Luca Tamajo e Soci, “si sono caratterizzate per un uso identitario e fortemente ideologizzato degli interventi normativi sul mercato del lavoro tanto da far parlare, in alcuni casi, di politiche del lavoro elettorali. Questo approccio non può essere condiviso perché tende a rincorrere aspettative estemporanee e perde in progettualità e visione, rischiando, così, di risultare inadeguato a rispondere alle sfide che del futuro. L’ordinamento giuridico deve offrire un quadro di regole che abbiano la giusta duttilità per rispondere, con linguaggi inediti, alle nuove e cangianti problematiche poste dall’evoluzione tecnologica e non rincorrere il consenso politico con interventi spesso sconnessi dalla realtà del mondo del lavoro o, comunque, in grave ritardo.Francesco-Bartolotta

Si pensi allo smart working introdotto dal legislatore solo dopo che le Parti Sociali e l’iniziativa individuale ne avevano già fatto uno strumento diffuso in molte aziende o anche alle troppe incertezze interpretative ed alle lacune che connotano la legislazione sui controlli e sull’utilizzo dei sistemi informatici ed il loro contemperamento con la tutela della privacy e dell’ambiente di lavoro. La sfida che il futuro del mercato del lavoro pone è, ancora una volta, saper leggere il contesto di riferimento, che è in rapido e continuo movimento a causa delle innovazioni tecnologiche, intervenendo con strumenti adeguati. Il diritto del lavoro ha dunque un ruolo centrale nel governo dell’era digitale e dovrà ridefinire l’intelaiatura normativa, supportando scelte e sperimentazioni che conducano a sdoganare inediti modelli produttivi e gestionali senza per questo abbassare la guardia sulle tutele”.

Franceschini GabrieleSecondo Gabriele Franceschini, HR Director – Baker Hughes – “futuro e lavoro sono due parole il cui orizzonte e significato sono interdipendenti. Innovazione, globalizzazione, tecnologia hanno oramai determinato un cambiamento di paradigma. Un cambiamento che dobbiamo guidare e non ignorare o peggio frenare. Consapevoli che sarà un futuro diverso rispetto a quello che potevamo solamente immaginare 5 anni fa. Già da tempo stiamo lavorando per rendere il lavoro una attività ricca di soddisfazione e sviluppo professionale, che accresce ed arricchisce anche individualmente. Qui il come si raggiunge il risultato è importante tanto quanto il risultato stesso. Un futuro in cui la tecnologia unita all’intelletto, genera nuove attività lavorative che si svolgono in totale sicurezza. Tutto questo avviene in un ambiente in cui il concetto di diversità si fonde in quello di unicità ed inclusione. Sicuri del fatto che tutto questo avrà un riflesso positivo per la società in cui viviamo. Vogliamo e dobbiamo immaginarlo quindi come un futuro migliore, dove il lavoro sviluppa ricchezza, non solo economica. Questo è il futuro del lavoro che definirei la nostra giornata perfetta”.

“Il lavoro sta cambiando radicalmente grazie alle nuove tecnologie a disposizione e alla velocità dei nuovi mezzi di comunicazione”, spiega invece Ernesto Marzano, Marzano ErnestoHead of HR Corporate, Global Industrial Relations&Security Prysmian Group. “Rimanere al passo di questi cambiamenti significa comprendere che il sistema lavoro, fatto da imprese, lavoratori, governi, sindacati, ecc., così come le conosciamo sono realtà che appartengono al passato, destinate a modificarsi radicalmente fino anche a scomparire sotto la spinta delle nuove generazioni, dei nuovi comportamenti indotti dai social media e dal Web, delle nuove tecnologie, della maggiore mobilità e della globalizzazione. È necessario pertanto difendere il lavoro come generazione di valore, senza focalizzarsi sulla garanzia dei posti lavoro a prescindere, smettendo di vedere il lavoratore ancora come la parte debole del rapporto di lavoro; oggi non è più così o per lo meno non è sempre così. Bisogna ad esempio difendere il lavoratore non più da possibili soprusi del “padrone” ma dalla tentazione di scappare via per andare a trovare il suo sviluppo professionale e la sua necessità di coltivare la sua ambizione fuori dal paese; è necessario difendere l’azienda dalla vulnerabilità di perdere talenti e di non essere più attrattiva e competitiva. Questo sarà il lavoro che verrà. Pertanto farà la differenza quanto di buono tutti questi attori anche interagendo tra loro vorranno fare ogni giorno per mettere in cima alle loro priorità questa modo di concepire il lavoro. Solo così saremo certi che esisterà concretamente anche un lavoro in futuro senza continuare a chiederci quale sarà il futuro del lavoro”.



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