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Caccia al poliziotto

Di am

Caserme prese d’assalto, fumogeni, cariche di ragazzi incappucciati. Ieri sera Roma è stato un campo di battaglia. Tifosi contro poliziotti, rei di rappresentare una categoria che si è macchiata della morte di un giovane tifoso laziale durante scontri pre-partita in un autogrill. L’uccisione del dee-jay romano ha del tragico. Una tragica casualità. Ora partiranno le doverose indagini su quel colpo di pistola partito senza controllo. La cosa che fa riflettere, però, è che ieri durante gli scontri a Roma in molti hanno notato che i facinorosi non avevano sciarpe della Lazio o della Roma, come a volersi spersonalizzare nella protesta. La violenza negli stadi si è dunque colorata di qualcosa d’altro. Sembra essere diventata un contenitore di rabbie sociali e di comportamenti ideologizzati che davvero poco hanno a che fare con il pallone. Ecco perchè non dovremmo più affrontare il problema come una mera questione appartenente al tifo e al mondo del calcio. Si va ben oltre, se ieri – di fatto – ad attaccare le caserme erano dei black-bloc non identificabili e, probabilmente, a molti di loro nemmeno interessa il gioco del pallone.

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