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Iran, vincono i conservatori

“Né libere, né giuste”: questa l´accusa che l´Ue ha mosso ieri all´Iran, rispetto alle elezioni parlamentari che si sono tenute venerdì scorso. Le consultazioni politiche nella Repubblica islamica hanno sancito la vittoria dei conservatori ella Repubblica islamica. Il risultato è stato raggiunto dopo che i principali candidati riformisti all´opposizione, vicini all´ex presidente Mohammad Khatami, sono stati esclusi nella fase pre-elettorale dal Consiglio dei Guardiani.
La replica non ha tardato ad arrivare. Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Mohammad Ali Hosseini ha dichiarato: “Si tratta di una mossa affrettata, con obiettivi politici, opportunistici e inaccettabili”. Hosseini, poi, passa a chiedere il rispetto dei risultati elettorali e la fine delle ostilità contro Teheran.
Anche se da oggi il Parlamento è composto al 70% dai conservatori, non cessano le preoccupazioni di Ahmadinejad in vista delle elezioni presidenziali del 2009. Il presidente iraniano, infatti, è stato fortemente criticato sia dai suoi sostenitori che dai riformisti. Oggetto di discussione non è stato solo l´isolamento in cui avrebbe fatto scivolare il paese intero (il più duro a livello internazionale dalla rivoluzione del 1979), ma anche le sue politiche di sussidi e prestiti, attuate e finanziate attraverso i ricavi della vendita del petrolio. Meccanismo per cui oggi è ritenuto il principale responsabile della veloce e crescente inflazione (attualmente al 19%).
Ahmadinejad si propone sulla scena internazionale come una novità. È stato il primo leader iraniano a far visita ufficiale in Iraq dopo cinquant´anni. A febbraio, infatti, si è recato a Baghdad per affrontare la questione della navigabilità dello Shatt-Arab (Arvandroud per gli iraniani), che va avanti dagli anni ´30 e fu causa della guerra tra i due stati che dal 1980 al 1988 portò alla morte di due milioni di persone. La gestione di questo fiume, che nasce dalla confluenza del Tigri e dell´Eufrate e sfocia nel Golfo Persico, rappresenta la gestione delle rotte commerciali del petrolio. Durante questo viaggio è stata anche affrontata la questione curda: tema di cui condivide la sostanza con la Turchia per quel che riguarda il Pkk.


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