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La ricetta segreta della Coca Cola a costo (quasi) Zero

La ricetta della Coca Cola è da oltre un secolo un misterioso segreto, tanto da diventare per alcuni una leggenda. Recentemente Cliff Kluge, un antiquario americano, originario di Ringgold, Stato della Georgia, ha perfino affermato di aver ritrovato in un vecchio scatolone comprato all’asta la formula segreta della bevanda dicendosi disposto a venderla su eBay per la modica cifra di 15 milioni di dollari.

L’ingrediente “segreto”
Ma l’etichetta impressa sulla bottiglia della Coca Cola parla chiaro: è l’acqua il primo ingrediente della lista. A sottolinearlo è un’inchiesta di Luca Martinelli in uscita sul numero di giugno di Altreconomia, che svela cosa rende davvero light la Coca-Cola: la bevanda più famosa al mondo è fatta d’acqua, e questo ingrediente chiave costa quasi zero alla multinazionale.
L’azienda americana non utilizza infatti acque minerali. Stiamo parlando di acqua di falda, di quella profonda e di ottima qualità, che la filiale italiana della multinazionale Usa preleva in cambio di un canone demaniale. Ma secondo i dati pubblicati nell’inchiesta Coca Cola Italia riconosce alle Regioni italiane poche decine di migliaia di euro in cambio dell’acqua che utilizza per produrre bevande, oltre 2,4 miliardi di litri.

Dove e quanto attingono gli stabilimenti in Italia
Il principale stabilimento di Coca-Cola HBC Italia a Nogara, in provincia di Verona, che nel 2012 ha avuto un fatturato di 1,099 miliardi di euro, può prelevare ad esempio oltre 1,25 miliardi di litri d’acqua in cambio di un canone annuo di 13.406 euro alla Regione Veneto. “Con lo stesso quantitativo un normale cittadino avrebbe pagato 45 volte di più”, sottolinea Martinelli nel video di presentazione dell’inchiesta.
La cifra corrisposta da quello di Gaglianico (Bl), in Piemonte, è invece di 3.647 euro per 660 milioni di litri. In Abruzzo, derivare una portata di 50 litri al secondo dalla falda profonda costa circa 15mila euro all’anno.

Il paradosso
L’aspetto più preoccupante per l’Italia è che con la compravendita dell’ingrediente che trasforma l’acqua in Coca-Cola, parte del reddito prodotto in Italia viene trasferito alla casa madre, The Coca-Cola Company. Una società che ha uffici ad Atlanta ma sede fiscale in Delawere, Stato Usa dalla fiscalità agevolata, che ha chiuso il 2012 con un fatturato di 48 miliardi di dollari e ben 9 miliardi di utili.
“Il paradosso è che l’accaparramento quasi gratuito delle materie prime – conclude il giornalista di Altreconomia – si scontra con le condizioni del lavoro all’interno delle fabbriche degli stabilimenti Coca Cola soprattutto nel settore della logistica”.

Il video in cui Luca Martinelli, redattore di Altreconomia, presenta l’inchiesta

Il video in cui il direttore di Altreconomia, Pietro Raitano, presenta il numero 150 della rivista


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