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Gli interessi di Salvini e la politica vuota. Il commento di Giacalone

Non facciamo gli interessi di Salvini. Attenti a non servire gli interessi di Salvini. Chi critica la legge di bilancio fa gli interessi di Salvini (tesi, da ultimo, esposta dal ministro dell’economia). Votare farebbe gli interessi di Salvini. Gli interessi di Salvini, novella fissazione di chi non riesce a trovare altro di interessante da dire.

Salvini sarebbe quello che metteva magliette “no euro” e ora sostiene che è irreversibile; che il suo governo con i pentastellati sarebbe durato cinque anni, sicché ci si doveva dimenticare delle elezioni anticipate, salvo farlo cadere dopo uno e reclamare elezioni anticipate; che si deve fare il regionalismo differenziato per tenere i soldi del nord al nord, votando poi tutto quel che serve per finanziare altro assistenzialismo verso sud; che il primo impegno è far scendere le tasse, nel frattempo facendole salire. C’è un solo modo per servire cotali confusi interessi: non avere altro da dire.

A quando risale l’ultima fotografia di Zingaretti contorniato da passanti? In compenso è diventato un tic maniacale continuare a parlare del Papeete, manco rendendosi conto che il solo risultato e far sembrare tutti uguali quelli che frequentano quello e altri stabilimenti balneari, tutti allineati al campione dell’incarnazione popolana post moderna e ricca. Si sono fatti fregare anche le grigliate. Le differenze interne ci sono anche nella Lega e occorre essere ciechi per non vederle, ma non capita quel che è ormai normale per i 5 Stelle: non passa giorno senza che non si sparino pubblicamente fra di loro e tutti su Di Maio.

Berlusconi prima riconosce la guida salviniana e poi, in un guizzo reattivo, propone la raccolta di firme per inserire nella Costituzione il tetto alla pressione fiscale, dimenticando che se hai dei parlamentari presenti la proposta e che è già stato costituzionalizzato il pareggio di bilancio, sicché la proposta vera sarebbe il taglio della spesa pubblica (senza contare che più si costituzionalizza e meno ci si può poi lamentare dell’invadenza dei giudici costituzionali).

Più che timore di far gli interessi di Salvini gli altri farebbero bene a chiedersi se non sono i primi ad ammirarlo. A invidiarlo per come promette a tutti più soldi e a chiunque meno tasse. Al punto da far dire codesta sciocchezza al presidente del Consiglio, all’indomani di una legge di bilancio senza capo né coda, che cambia nel mentre la si stampa e che gli astanti s’industriano a bollare come solo tassatrice, laddove è un mero gioco a mosca cieca con i saldi.

E se si andasse a votare? Emergerebbero due vuoti e due pieni: il vuoto di idee di chi governa e quello dei loro voti in calo, accanto al pieno di voti ragionevoli verso l’astensione e quello di chi scommette su un capo prima di perdere la testa. Tutti lanciati a far gli interessi propri e non favorire gli altrui, salvo essersi dimenticati che esisterebbero gli interessi dell’Italia che ancora compete e vince.


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